Girls Names

Arms Around A Vision

2015 (Tough Love)
wave

L’essenza di “Arms Around A Vision” è tutta nei primi settanta secondi di “Reticence”: un incipit sonicyouthiano che all’improvviso si schiude su un purissimo alt-pop, con un colpo di scena degno dei migliori twist cinematografici.
L’opera numero tre della formazione nord-irlandese guidata da Cathal Cully è per gran parte basata su questi repentini cambi stilistici, in un continuo susseguirsi di rabbia post-punk, slanci melodici, incursioni experimental-noise, folate shoegaze, lievi derive psych e ritornelli infarciti di grandeur.

I rimandi al passato più o meno recente sono dietro ogni angolo (l’attacco di “An Artifical Spring”, ad esempio, pare una citazione dei primi Black Rebel Motorcycle Club), ma lo sforzo del quartetto è teso ad affondare le proprie radici compositive nella contemporaneità, affidandosi a un piglio in grado di sintetizzare aromi wave e atteggiamento indie.
In dodici movimenti al contempo plumbei e aggressivi (vedi l’arrembaggio chitarristico di “Dysmorphia”), tenebrosi e malinconicamente solari, la band riesce nel non facile compito di dimostrare la piena compatibilità di visioni distanti ma complementari (“M##laga”).

Risultano nette tanto le influenze della scena dark storica (gli spettri di Cure, Joy Division e Bauhaus appaiono un po’ ovunque) quanto quelle tipicamente britpop, con il risultato di stemperare l’onnipresente tensione nervosa in derive più “fruibili” (“A Hunger Artist” ne è un riuscito esempio).
Brani come “Chrome Rose” rischiano di diventare epocali, perfetti nel mostrare un riuscito mix di sperimentazione e forma-canzone, un lascito importante che lancia in maniera definitiva i Girls Names nell’olimpo dei migliori gruppi del momento.

La ricetta di “Arms Around A Vision” è stata sperimentata da molti, ma pochi sono riusciti a realizzarla in maniera tanto a fuoco, senza mai scivolare neppure per un attimo, riuscendo a conferire dignità e autonomia persino a brevi segmenti strumentali (“(Obsession)” e “(Convalescence)”).
Uno sforzo di attualizzazione del suono che rischia di essere ricordato dai posteri come il più riuscito parto new-new-wave dai tempi di “Turn On The Bright Lights”.

22/10/2015

Tracklist

  1. Reticence
  2. An Artificial Spring
  3. Desire Oscillations
  4. (Obsession)
  5. Chrome Rose
  6. A Hunger Artist
  7. M##laga
  8. Dysmorphia
  9. (Convalescence)
  10. Exploit Me
  11. Take Out The Hand
  12. I Was You

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