Nozinja è un omone di Limpopo, provincia settentrionale sudafricana, lontana dalle indaffarate metropoli del sud, che negli ultimi anni ha attratto un discreto interesse da parte di vari media europei, dal Guardian a diversi musicisti di ceppo prevalentemente elettronico (Theo Parrish, Four Tet, Hype Williams, Actress). Il motivo di tutto ciò, un inedito e micidiale movimento musicale sviluppatosi all'alba del millennio noto come shangaan electro (dal nome di un gruppo etnico Tsonga), di cui Nozinja può essere considerato il padrino de facto. Proprietario di un chiosco di riparazione di telefoni cellulari nelle periferie di Soweto, Richard "Nozinja" Mthetwa è diventato ben presto la figura chiave dell'ambiente musicale shangaan del luogo, "shangaan" che fino a quel momento delineava unicamente una forma di street dance diffusa tra gli immigrati Tsonga come lo stesso Nozinja.
Mthetwa così ha preso in mano gli input della strada e ci ha impresso il suo marchio in maniera irreversibile, spingendo indietro i bassi (che creavano un blando legame con le ben più radicate strutture house sudafricane) e accelerando i bpm in modo da metterne in risalto dinamica e movimento cinestetico. Il risultato, impregnato com'è di tracce vocali tsonga e melodicamente incentrato su una sorta di marimba elettrificata, è qualcosa di mai sentito prima, eppure in qualche modo macabramente familiare alle orecchie allenate all'elettronica europea, che con un minimo di fantasia hanno potuto collegare i puntini, da queste latitudini a schemi idm o finanche footwork.
Talmente familiari quindi che non stupisce il salto del nostro dalla Honest Jones (da cui siete ancora in tempo a recuperarvi la raccolta "Shangaan Electro - New Wave Dance Music From South Africa") nelle braccia nientemeno che di mamma Warp, presso cui esce il primo album vero e proprio di Nozinja, "Nozinja Lodge".
Guidato da un approccio al contempo "minimal" ed estremamente fisico, l'album è tutto quello di cui necessitate, doveste avere mai il bisogno di introdurre il suono shangaan a una comitiva di alieni: dinamico, giocoso, caldo, fitto di sottili melodie dal retrogusto spiccatamente melanconico. "Mitshetsho We Zindaba" basterebbe da sola a muovere i fianchi e lo spirito e a cambiare l'umore di una giornata, il singolo "Tsekeleke" è un saggio di afro-dance contemporanea (auto-tune incluso), mentre pezzi come "Nyamsoro" e "Xihukwani" sciolgono con una tenerezza vagamente da cartolina ma non per questo meno disarmente.
Nonostante l'album si sieda appena appena sui tre brani finali, "Nozinja Lodge" si rivela un disco di rara piacevolezza in tutta la sua durata, riscalda il più recalcitrante dei petti e porta al tempo stesso una ventata di aria fresca e inebriante come pochissime altre uscite di questi tempi sono in grado di fare.
Lo shangaan-sound incasella con il nome del suo mentore supremo la sua prima vera pietra angolare.
28/08/2015