Vaccines

English Graffiti

2015 (Columbia)
indie-rock

Il terzo album dei Vaccines arriva dopo una lunga gestazione. “Come Of Age”, giunto a un solo anno di distanza dall’ormai classico debutto, aveva messo in luce evidenti limiti. La band sembrava arenata in un pop chitarristico che aveva già detto tutto al primo colpo e annaspava alla ricerca di nuove idee, che avrebbero necessitato di più tempo per emergere. Alcuni li diedero per finiti, tuttavia il primo posto della classifica britannica li consolò per l’altalenante risultato artistico.
Nel 2013 arriva la sorpresa, un Ep intitolato “Melody Calling”, con una title track splendida – forse la loro miglior canzone – che li mostra decisamente trasformati, benché ancora riconoscibili. Il muscoloso garage-pop degli esordi ha lasciato spazio a un delicato indie-pop con la ritmica dettata dalla chitarra acustica e i ricami lasciati a un elettrica effettata e prodiga di suoni eterei. Con un occhio al passato della Sarah Records e della C86, ma le basi salde nel presente di una doverosa produzione deluxe.

La band ha così mostrato le proprie capacità di rinnovamento. Che vengono sublimate nel nuovo album, un pastiche fantascientifico denso di ambizioni. Justin Young, cantante e leader del quartetto, ha dichiarato prima della pubblicazione che il loro obiettivo era realizzare un album che catturasse il presente della musica tanto da “suonare fantastico adesso, ma orribile fra dieci anni”. È una frase curiosa e più intelligente di quanto non appaia a primo impatto: molti ascoltatori di musica rock alternativa sono infatti soggiogati dall’attualità e un disco il cui suono è radicato in un’epoca distante da quella attuale viene spesso visto con sospetto. Andare contro una simile ossessione può risultare salutare e abbattere molti steccati durante la fase creativa.

I tre videoclip di presentazione – “Handsome”, “Dream Lover” e “Minimal Affection” – sono tutti ispirati da vecchi b-movie. Muovendosi fra arti marziali e fantascienza, catturano alla perfezione lo spirito delle canzoni, che mescolano chitarrone, sibili spaziali, sintetizzatori d’annata, voci echeggianti e ritmi manipolati (batteria effettata, hand clapping, pulsazioni elettroniche). La produzione punta molto sul contrasto fra l’apparente basso profilo – dato dalla grana satura e invasiva delle distorsioni – e la maniacalità degli arrangiamenti. In realtà il profilo è tutt’altro che basso: alla consolle c’è Dave Fridmann dei Mercury Rev, produttore che ha messo in piedi alcuni fra i sound più barocchi e densi della recente storia del rock.

Le canzoni che catturano al primo ascolto sono a sorpresa quelle più complesse: “Minimal Affection” decolla su un ritornello alla Strokes e lo arricchisce con chitarre che sembrano uscire da una cavalcata progressive rock; “Dream Lover” punta sul contrasto fra la pacatezza della strofa e l’imponenza del ritornello; “Denial” si apre come un inno per la pista da ballo, ma sfoggia in seguito un miscuglio di distorsioni e voci trattate; “Want You So Bad” mantiene l’aura stralunata e ci aggiunge una pulsazione metronomica e una massiccia dose di riverberi.
Laddove la caciara viene spinta al parossismo la formula sembra mostrare un po’ la corda: si pensi a “20/20”, pur gradevole, ma che alla lunga regge solo in quanto inframezzata a brani dal respiro più ampio. Il singolo “Handsome” è forse l’unico dei tentativi più energici a essere pienamente riuscito, tuttavia la scaletta è variegata abbastanza da far perdonare le sbavature, a riprova di una maturità ormai raggiunta.

Il problema per la band sarà ora riuscire a convincere il pubblico: l’ingresso lusinghiero nella classifica britannica è scontato, lo è invece molto meno una soddisfacente permanenza nella stessa, soprattutto ora che il favore mediatico intorno a loro sembra in fase calante. Intanto, per tenere vivo il chiacchiericcio, Young si è autocertificato – non del tutto a torto – fra i migliori autori di canzoni in circolazione.

01/06/2015

Tracklist

  1. Handsome
  2. Dream Lover
  3. Minimal Affection
  4. 20/20
  5. (All Afternoon) In Love
  6. Denial
  7. Want You So Bad
  8. Radio Bikini
  9. Maybe I Could Hold You
  10. Give Me A Sign
  11. Undercover


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