Juana Molina

Halo

2017 (Crammed Discs)
songwriter

Seguito di "Wed 21" (2013), a sua volta seguito di "Un dia" (2008); altri quattro anni, ed è la volta di "Halo". Cadenze così ampie e placide sono merce (sempre più) rara nella musica, soprattutto se l'autrice, l'argentina Juana Molina, prende ogni pubblicazione come pretesto per provare ad allontanarsi sempre un po' di più dai territori battuti del cantautorato, femminile e non. A partire dall'asettico post-dub con frammentato concertino di mellotron di "Paraguaya", i pezzi forti suonano marcatamente improntati all'allucinazione uditiva.

"Sin Dones", litania formulaica, supremo fronte di superamento stilistico, è una danza di spettri che detona percussività. "Lentísimo Halo" procede verso la pura ipnosi, ottenendola con più mezzi, da soundscape volatili, a una cantillazione che svanisce, alla sottile musique concrete, a scale smaterializzate alla Jaco Pastorius, tutto su tempo in catalessi. Nel paesaggio notturno di "Cálculos Y Oráculos", il ritmo svapora ancor di più.
La vita riprende poi per "In The Lassa", altra creazione improbabile, twist-boogie tribale con un canto che ha più vocalizzi che parole, e meglio con "Cara De Espejo", una canzone folk messa sulla turbina galattica dei Suicide. Dal reggaeton di "A00 B01", Molina ne estrae uno scheletro androide che poi cerca di condurre alla sorgente di suono primordiale. C'è, così, anche un piccolo culmine patafisico Wyatt-iano, "Andó".

Opera tanto lunga e generosa quanto confusa e annacquata, enfiata di momenti deteriori. Troppi pezzi sono continue regressioni a quella sua prassi di mettere in loop pezzetti di riff acustici, di remixare ancora una volta il folk, in uno stile superato, svampito e ormai fuori posto. I suoi punti cardinali sono però in maggioranza, a dimostrare che l'autrice ancora non cede alla ripetitività meccanica, un rischio fondato per un'autrice che ha fatto della meccanicità (pur metafisica) il suo credo. Hanno il fascino della scultura di suono, e punterebbero all'atonalità; e il suo canto - liriche rigorosamente in argentino - è malleabile e talvolta anche libero (in "A00 B01" a tratti si fa strega, forse per la prima volta nella carriera), a un passo dal word-painting. Merito anche dei nuovi Odin Schwartz, produzione, e del connazionale Diego Lopez De Arcaute, alla batteria un po' ovunque.
Una bonus ("Vagos Lagos") se si opta per l'edizione giapponese, edita da Hostess Entertainment Unlimited.

12/05/2017

Tracklist

  1. Paraguaya
  2. Sin Dones
  3. Lentísimo Halo
  4. In The Lassa
  5. Cosoco
  6. Cálculos Y Oráculos
  7. Los Pies Helados
  8. A00 B01
  9. Cara De Espejo
  10. Andó
  11. Estalacticas
  12. Al Oeste

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