Marco Shuttle

Il nome di Marco Shuttle, alias dietro cui si cela il trevigiano Marco Sartorelli, non suona nuovo per chi frequenta l'ambito dell'abstract techno. La sua musica dipinge eleganti panorami tonali e atmosfere che fanno da colonna sonora per la vita nelle moderne metropoli europee. Marco ora risiede a Londra, ma in passato ha vissuto anche a Stoccolma e Berlino, e la sua musica si porta dietro sicuramente una fascinazione per quelle sonorità elettroniche che pongono l'accento su una dimensione liquida urbana (a tratti oscura e ansiogena), una post-techno che unisce la lezione di Donato Dozzy con certi echi d'intelligent techno primi anni Novanta.

Il suo nuovo album è intitolato "Systhema" ed esce per Spazio Disponibile, l'etichetta di Donato Dozzy. Il lavoro presenta un'ampia tavolozza emozionale, che va dalle suggestioni arabeggianti di un brano come "Adrift" a un suono Idm inglese che riecheggia "Selected Ambient Works" del primissimo Aphex Twin, cosa abbastanza evidente in tracce come "Eris" e "Olga".
Episodi come "I Fail. You Fall." e "Con Sequenza" non sono poi così lontani dalle atmosfere scandinave di Abdulla Rashim, e probabilmente ciò è esemplificativo di come certa techno europea condivida uno spirito e un sentire comune: una sorta di koinè che si esprime oggi a diverse latitudini e che rimette in gioco, nell'età ellenistica della techno, allo stesso tempo forma e funzione.

Quello che colpisce di questo nuovo album è la capacità di Marco di costruire paesaggi cinematici che vanno da un brano come "Thebe", che non sfigurerebbe come colonna sonora immaginaria di un film muto del passato come "Cabiria", al distillato abstract-minimale di "Venerea 3" in cui l'ascoltatore può immaginare di passeggiare tra giardini a gravità zero coltivati su una nave spaziale.
"Systhema" è la prova matura di un artista che si conferma una delle voci più interessanti e capaci del panorama techno attuale.

12/05/2017