La trasformazione exotica-lounge di Andrea "Populous" Mangia, già ben indicata da "Night Safari" (2014), passa ora, imbellettandosi ancor di più, per "Azulejos". Il dato di partenza rimane l'ibridazione tra danze rituali sudamericane ed elettronica da ballo mitteleuropea, come promesso dal calderone d'apertura, "Alfama", intrigante ma fin troppo breve.
Tutto ciò che riesce al producer leccese è però solo un reggaeton che mai s'infiamma: "Alala", "Racatin", "Caparica", "Barismo". Solo "Vox Serena" cercherebbe una fusione tra salsa, tropicalia e reggae. La traccia eponima, che fa anche da baricentro, ha già più sensatezza, un'aria rarefatta che lo fa avvicinare a un canto tropicale, e prosegue in "Mi Sueño" nella sua vena di compositore di colonne sonore.
Compatto nelle intenzioni e sfilacciato nei risultati, tende a scadere in una sorta di generico sofisticato, anche per colpa del mix di Jo Ferliga (Aucan), più piattamente piacione che sperimentatore. C'è comunque una profusione di campanelli, batacchi, percussioni e campionamenti che va a meraviglia nelle cadenze meno danzerecce. Il punto debole rimane quello dei featuring, i brani cantati, le gnaulanti Ela Minus, in "Azul Oro" e Nina Miranda (Smoke City) in "Cru", e l'anonimo finale "Barismo", col giovane milanese Riva. Manca delle qualità che furono di Jim Tamborello e Dan Snaith: passione, visione. Edizione in vinile a cura di Wonderwheel.
21/06/2017