Tutto ciò che riesce al producer leccese è però solo un reggaeton che mai s'infiamma: "Alala", "Racatin", "Caparica", "Barismo". Solo "Vox Serena" cercherebbe una fusione tra salsa, tropicalia e reggae. La traccia eponima, che fa anche da baricentro, ha già più sensatezza, un'aria rarefatta che lo fa avvicinare a un canto tropicale, e prosegue in "Mi Sueño" nella sua vena di compositore di colonne sonore.
Compatto nelle intenzioni e sfilacciato nei risultati, tende a scadere in una sorta di generico sofisticato, anche per colpa del mix di Jo Ferliga (Aucan), più piattamente piacione che sperimentatore. C'è comunque una profusione di campanelli, batacchi, percussioni e campionamenti che va a meraviglia nelle cadenze meno danzerecce. Il punto debole rimane quello dei featuring, i brani cantati, le gnaulanti Ela Minus, in "Azul Oro" e Nina Miranda (Smoke City) in "Cru", e l'anonimo finale "Barismo", col giovane milanese Riva. Manca delle qualità che furono di Jim Tamborello e Dan Snaith: passione, visione. Edizione in vinile a cura di Wonderwheel.
(21/06/2017)