Proveniente dai meandri del panorama underground salentino e non solo, Marco Erroi aka XXXV Gold Fingers è sempre stato un attento recettore verso sperimentazioni di luoghi sintetici ambient e non solo. Con più di quindici anni di lavoro ormai alle spalle, soprattutto come fondatore e responsabile della label Common Series, si allontana dalle sue produzioni house ricche di influenze marcatamente black music per un lavoro costruito su sfumature ben più cerebrali ed eteree.
"Logica Aggregazione", esordio sulla lunga distanza del salentino, è un album che esprime un'identificazione di un'intima visione della realtà, intesa come equilibrio basato su dei meccanismi di logiche universali. Il magma sonoro di XXXV Gold Fingers è trainato proprio da quest'aura contemplativa e riflette l'impalcatura compositiva di tutto il disco. Che l'approccio sia dilatato e meditativo lo si intuisce dalle note in progressione della traccia d'apertura "Pensiero Sorgente", così come nell'oasi cristallina di "Universe 303", dove ogni tocco è evanescente e ogni pulsazione frammentata. La composizione non avviene mai come scontro tra varie fonti sonore, ma come un insieme di linee armoniche che si intersecano in più micro-strutture, senza mai tralasciare un equilibrio di fondo capace di legare l'unità concettuale che si cela dietro l'impatto armonico.
Il disco procede dirigendosi sempre di più verso situazioni di pura astrazione melodica, rinunciando di fatto all'apporto - se pur caduco - della funzione ritmica, per un'immersione verso l'ambient più totale di "Pioggia a Berat" e "Antenne GG2". La già flebile temperatura del disco prosegue sempre più asettica, fino alle derive sonore di "Totalmente Altro" e "Terab" in cui siamo pervasi da un sottile senso di annullamento.
Pubblicato su nastro, "Logica Aggregazione" stupisce per ispirazione e grande cura emotiva di particolari e riesce nell'intento di trasportare l'ascoltatore verso le visioni sonore del compositore. Si tratta senz'altro di un lavoro scritto e composto con una sincerità e una partecipazione davvero sentita e personale. Nulla è lasciato al caso e lo stesso disco si lascia ascoltare come se fosse un vero e proprio viaggio alla scoperta di Erroi, che ci guida con i suoi archi di synth e manipolazioni elettroacustiche secondo una logica ben precisa.
Si percepisce, comunque, la lezione dei grandi maestri dell'ambient di stampo più classico, specialmente nella seconda parte del disco, in cui prevalgono sensazioni sonore più leggere e fumose. Ma questo non intacca mai il gran lavoro fatto, e valorizza maggiormente la prima, consistente parte del disco, estremamente ricca e sfacettata. Un ottimo esordio.
25/05/2018