Ispirato dalle visioni del poeta William Blake e dell'occultista Helena Blavatsky, descritto da Jarmusch come "un'altra avventura con Jozef nel regno delle corde vibranti e delle oniriche trame musicali dell'oscurità e della luce", "Attempt To Draw Aside The Veil" è un percorso perennemente decostruito formato da muri sonori di distorsioni che si intersecano per alternare luce e oscurità, da momenti folk rallentati e ripetuti che diventano avanguardia minimalista ("The Two Paths") fino a elaborate sinfonie tra rumore bianco, paesaggi industriali e oscurità dalle sembianze gotiche. Liuto e chitarra pennellano paesaggi oscuri e impenetrabili accoppiati a divagazioni folk tutt'altro che classicheggianti che trasudano aspetti cinematici (o da documentario) con una ricerca sonora che ricorda alcune delle tracce acustiche delle soundtrack per Werner Herzog dei Popol Vuh.
La scarnificazione sonora inizia con la lunga "Concerning The White Horse", fondamentalmente una suite di droni tra il post-rock dei Labradford e cenni industrial a cui non manca l'elemento cinematico che un grande regista come Jarmusch non poteva non creare. Le note si ripetono ossessive per descrivere l'apocalisse appena avvenuta, come le campane in un cimitero o come opprimenti rintocchi funebri. La componente acustica del liuto sembra scomparire, ma in effetti è presente nel tappeto sonoro grigio scuro che la chitarra imprime per tutti i nove minuti. Sempre post-rock, ma stavolta meno opprimente, è quello dei due minuti di "Dark Matter". Nei due brani "The Unclouded Day" e "Final Initiation" è il liuto di Van Wissen a dominare incontrastato, con un andamento folk decisamente onirico, con un lento ripetersi degno dei Popol Vuh acustici (il primo) o dei momenti più psych-folk di Ojerum (il secondo).
Le corde pizzicate in "Lost Continent" perdono ogni aspetto giocoso o spensierato per diventare una colonna sonora ultra-minimal per paesaggi apocalittici, come a continuare il percorso di luci e ombre o di bianco e nero intrapreso fin dall'inizio. La breve ma monolitica "When The Sun Rises Do You Not See A Round Disc Of Fire" chiude con imponenza, con una suite di feedback e distorsioni senza alcuno spiraglio di bagliori o speranze, neppure nelle uniche parole finali più simili alla una voce meccanica che da un microfono ci impone un ineluttabile conto alla rovescia prima della fine.
(02/05/2019)