Più brioso e accattivante dell’esordio (il power-pop Barnett-iano di “Pressure To Party”), “Crushing” rimane un prodotto che dà l’impressione di una costruzione fin troppo consapevole, a partire dalle invettive, pur simpatiche e di buone intuizioni melodiche, di “Head Alone”. Che si intenda la musica più come compito che come espressione, è evidente dalla doppietta iniziale, appunto, inaugurata dal noioso, didascalico alt-country di “Body”.
Interpretazioni e arrangiamenti risultano tanto insistiti quanto convenzionali (“Don’t Know How To Keep Loving You”), ma è una scrittura fin troppo accondiscendente nei confronti dell’ascoltatore a essere il vero punto debole di un disco solo apparentemente perfetto. L’orchestrazione dei “momenti” che regna sovrana in “Crushing”, dal lento al pianoforte di “When The Family Flies In” allo storytelling sornione, alla Andy Shauf, di “Turn Me Down”, diventa in fin dei conti più uno strumento di stucchevolezza, che di coinvolgimento.
(06/03/2019)