Ascolti i Lust For Youth e pensi subito all’estate. Non a quella stagione in cui le persone si riversano in massa sulle spiagge per prendere il sole o fare il bagno, perché l’estate dei Lust For Youth ha un retrogusto malinconico veramente particolare, come la luce del sole al tramonto o come una festa appena finita in cui ci si saluta e forse non ci si rivede più. Queste sensazioni le avevamo assaporate soprattutto nell’ottimo “International” (2014), ad oggi la migliore release dei Nostri, il disco della consacrazione (ma anche di una svolta lontana dagli esordi più grezzi e sperimentali) cui era seguito il dignitoso ma non imprescindibile “Compassion” (2016).
Dopo quasi tre anni di attesa, Hannes Norrvide e Malthe Fischer hanno finalmente rimesso in moto la loro creatura: oggi sono un duo a tutti gli effetti, considerando la dipartita di Loke Rahbek e Soho Rezanejad (notevole il suo debutto in solitaria del 2018) che qui ritroviamo comunque impegnata in un brano.
Il titolo omonimo potrebbe far pensare a una nuova partenza, invece “Lust For Youth” non cambia di una virgola l’approccio degli ultimi lavori, sempre a cavallo tra vecchie reminiscenze new wave e un synth-pop limpido e danceable, capace di ammaliare già al primo ascolto. Ancora una volta è l’originale (ma non per questo bella) cover a lasciare il segno: la trascrizione dei testi degli otto brani racchiude l’essenza stessa del full-length, perché - come è già capitato in passato - sono proprio le parole a far materializzare le immagini. Sogni, illusioni, amori e passioni che ci spingono in luoghi lontani. Non a caso questi ragazzi di stanza a Copenhagen hanno già dedicato dei brani a Barcellona, Roma, Tokyo e oggi persino a Imola, il cui tracciato dell’autodromo compare nel disegno del retrocopertina. Poi, però, ascolti il pezzo ed è pura atmosfera, con la voce dell’ospite Ana Ivan che ci racconta qualcosa in lingua rumena. Tutto resta in sospeso, come un viaggio senza meta in giro per il mondo.
Se vogliamo trovare i veri highlight dell’album, dobbiamo rivolgerci a tre brani in particolare. In pole position c’è “Venus De Milo”, velata da un alone di magia non indifferente che ci riporta indietro al succitato mood da tramonto di mezza estate, ma sul podio troviamo anche la struggente “Fifth Terrace” (ecco la voce femminile della Rezanejad) e il primo singoletto “By No Means”, ballabile come un pezzo dei New Order più spensierati (fonte di ispirazione non trascurabile per i nostri). Non sono da meno le valide e accattivanti “New Balance Point” e “Great Concerns”, altre due frecce che colpiscono il bersaglio con quella naturalezza che ci convince a premere di nuovo play una volta finito il disco.
Peccato per le restanti “Insignificant” e “Adrift”, episodi piacevoli ma eccessivamente di maniera per lasciare un segno profondo come gli altri brani: nulla di grave, comunque, “Lust For Youth” è un prodotto che riporta in alto le quotazioni del progetto, pur mantenendosi un gradino al di sotto del fondamentale “International”. Un album perfetto per affrontare l’estate da un punto di vista diverso, contemplando il mare e ripensando ai momenti più belli che abbiamo vissuto sulle ali del vento.
11/06/2019