Loke Rahbek è un nome fondamentale per il mondo "avant" dell'underground musicale contemporaneo degli anni Dieci, un artista capace di fondere in maniera originale e personale elettronica sintetica, noise, post-punk, low-fi, schegge post-industriali impazzite, ambient, drone music oltre a romantiche e melanconiche derive sonore. Prova ne è anche il supergruppo Body Sculptures in cui Rahbek milita assieme a Varg, Puce Mary, Ossian "Vit Fana" Ohlsson ed Erik Enocksson.
Co-fondatore della celeberrima label danese Posh Isolation assieme a Christian Stadsgaard e metà del duo avant-noise Damien Dubrovnik (assieme allo stesso Stadsgaard), Rahbek è anche membro di svariati progetti post-punk (come Vår, Lust For Youth e Sexdrome, tra i tanti) e non si contano i molti progetti solisti e alias del Nostro. Sicuramente uno dei suoi progetti più famosi e rilevanti è quello a nome Croatian Amor, nato nell'ambito della ricerca ambient e drone-music e spostatosi negli ultimi tempi verso una sorta di melanconico drone-pop decostruttivista che lo stesso Rahbek ha chiamato ironicamente "Bubblegum Industrial".
Finalmente, l'artista danese ha deciso di uscire con un album interamente a suo nome (dopo la collaborazione con Puce Mary, intitolata "The Female Form") che esce in vinile per Editions Mego. "City Of Women", questo è il nome del suo nuovo lavoro che sembra richiamarsi nel titolo al celebre e surreale film di Federico Fellini, è un po' una seduta psicanalitica: Rahbek cerca di ricombinare assieme tutte le sue molte personalità artistiche in una valanga emozionale estremista, tra noise e drone music.
"Like A Still Pool", primo brano del disco, echeggia un po' un certo ambient scandinavo stile Northern Electronics (Varg e D.Å.R.F.D.H.S. su tutti) mentre assistiamo a un crescendo rumorista. "In Piles of Magazines" è invece un brano fortemente vicino alle sonorità dei Damien Dubrovnik, tra angoscianti frequenze e clangori metallici post-industriali, che non scontenterà i fan del lato più harsh della Posh Isolation (quello alla Puce Mary, per intenderci).
L'album ha anche la sua catarsi in melodie melanconiche e intimiste. "Fermented" e "A Word A Day", ad esempio, sono brani che ricordano un po' le colonne sonore del compositore svedese Erik Enocksson. In realtà, le atmosfere di molti lavori della Posh Isolation, della Northern Electronics e della musica di Rahbek rimandano un po' tutte al cult film svedese "Farväl Falkenberg" (2006) del regista Jesper Ganslandt, di cui Enocksson ha curato la colonna sonora.
Per certi versi, l'album è un po' una fusione dell'avant-noise dei Damien Dubrovnik con le melodie del primo Croatian Amor (si pensi a brani come "Palm" e "Take Pleasure In Habits"), il tutto filtrato dalla lezione dei Body Sculptures di "A Body Turns to Eden".
È musica che rende obsoleti i generi musicali, che pur permangono sottotraccia anche se violentati e stravolti con stile impeccabile.
La ricerca sul rumore, che dai Ramleh arriva ai Pan Sonic, qui viene mescolata con una sensibilità scandinava per colonne sonore immaginarie adatte ad accompagnare film lenti e tristissimi come a volte può essere la vita stessa (o i film di Ingmar Bergman). L'approccio alla drone music da parte del musicista danese è una sorta di "stage diving emozionale", a tratti violento perché completamente senza filtri, volto a risvegliare le coscienze addormentate e/o alla deriva nel flusso informativo estenuante, sospese tra indifferenza e clickbait.
La traccia "A Mess of Love" condensa un po' tutte le anime di un album che spicca decisamente nella cospicua discografia del musicista danese: una prova assolutamente riuscita che mette completamente a nudo davanti all'ascoltatore i mille volti di Rahbek.
08/06/2017