A 8 anni di distanza da "Share The Joy" ritornano le Vivian Girls con questo "Memory", e le tre statunitensi presentano la loro reunion all'insegna del loro marchio di fabbrica sonoro consueto.
Il nuovo lavoro, infatti, non apporta alcun cambiamento nella loro formula di base che si mantiene fedele alle origini del gruppo, fatto di attitudine garage umorale ma a tratti scanzonata, testi crudi e malinconici, attacchi di chitarra distorta dai suoni tendenzialmente lo-fi, atmosfere tra il rumoristico e l'etereo, melodie vocali soffuse in lontananza, batteria incalzante, bassi intermittenti e arrangiamenti essenziali e diretti (ma non semplicistici, bensì con una certa dose di ricercatezza melodica).
Lungi dal suonare solo come una stanca ripetizione formulaica, il disco è piuttosto una conferma di genere, con un approccio preciso per una nicchia fedele di ascoltatori che negli anni si è affezionata alle cascate chitarristiche del terzetto.
Nel riproporre la formula delle Vivian Girls, si mantiene la loro maturità già confermata man mano nei lavori precedenti, che non è stata intaccata dagli anni ma anzi sembra risultare rafforzata dai vari progetti che le musiciste hanno intrapreso separatamente nel frattempo.
Le armonie avvolgenti sono il punto di forza delle tre americane, trovando maggiore espressione nelle melodie commoventi e lisergiche di "Lonely Girl", apice del lato più orecchiabile e dolceamaro del disco. Ma si rinvengono buoni spunti anche nei momenti più spediti e ritmati - per esempio nell'overdrive bruciante di "Sludge" o nel fuzz di "I'm Far Away". La musica del trio è lineare ma non monolitica, e strizza volentieri l'occhiolino anche allo shoegaze (su tutte "Something to Do" e "All Your Promises"), o al twee-pop (come in "Your Kind Of Life"). L'episodio relativamente più debole per chi scrive è in chiusura, dove si avverte un pizzico di stanchezza e monotonia nella punkeggiante "Waiting In The Car", ma non in maniera eccessiva.
Le atmosfere hanno un retrogusto dolente che calza a pennello con i brani: non a caso il concept dietro al disco affronta le relazioni tossiche e i problemi psicologici, trattati con la giusta dosa di naturalezza ma senza scaturire nella depressione, se non occasionalmente.
Sempre fedele alla tradizione del gruppo, "Memory" è come prevedibile un album essenziale e breve, senza fronzoli, che dura poco più di 30 minuti. Un disco consigliato soprattutto agli affezionati ascoltatori del gruppo che avranno una gradita conferma. Non ci si poteva d'altronde aspettare qualcosa di differente.
12/11/2019