Nessuna edizione in vinile colorato, "nero come il nostro cuore", dichiara il gruppo nelle note di presentazione, per una copertina che invece recupera i colori, mai sgargianti nonostante cromature rosse e arancio, seguendo la tecnica del collage e dell’astrattismo: perfetta cornice di un disco che sublima l’arte del folk psichedelico conciliandone l’anima visionaria con le nuance della folktronica.
La voce di Heather Ditch è simile a una carezza, ossequiosa della tradizione più austera. Anne Briggs, Shirley Collins e Marry Waterson sono i riferimenti più evidenti, mentre le tastiere di James Street sfidano l’ingenuità della sopracitata folktronica e agguantano le oniriche e suggestive trance elettroniche dei Beautify Junkyards (“From The Corner Of My Eye”) e dei Broadcast (“Modern Witchery”), forti della scrittura sapiente, liricamente e armonicamente potente, ma mai sopra le righe, del leader James Green.
La vera forza dei Big Eyes Family è quella di essere un vero e proprio collettivo artistico, batteria e basso sono elementi non di raccordo ma creativi; si ascolti la preziosa intesa tra la batteria di Guy Whitaker, il contrabbasso di Neal Heppleston e il ronzio delle tastiere in “The Conjurer”, o l’accenno di drum and bass nella magica e febbrile “Blue Light”.
La band di Sheffield offre frizzanti folk-pop tinteggiati di elettronica noir (la title track), moderne danze pagane dai fluidi lisergici e dal lirismo vertiginoso “((Sing Me Your) Saddest Song”), un’eccitante versione psych-folk-pop di un brano di Dusty Springfield (“Summer Is Over”), fino a sciogliere le briglie nell'avvincente leggerezza di “Cassini's Regret”.
Forti di una creatività e un’abilità tecnica non comuni, i cinque componenti di Big Eyes Family mettono a dura prova anche l’attitudine più sperimentale, prima intrecciando suoni tribali con aspre e gelide trame di folktronica in “Hawked Bones”, poi riducendo al minimo suoni e voci e lasciando l’ascoltatore rapito dal dolce deliquio di “For Grace”, brano che chiude con austera bellezza un disco destinato a lasciare un segno in questo pur affollato anno in corso.
Ultima nota per le due effervescenti versioni remix di “Cassini's Regret (Cosmic Isolation Remix)” e “Modern Witchery (Pefkin Remix)”, intelligenti e innovative, non superflue o banali come altre operazioni del genere, due sapienti incursioni nelle moderne cosmologie di Jane Weaver che aggiungono ulteriore interesse a un disco baciato da estro e incanto.
(17/12/2020)