Forndom

Fažir

2020 (Nordvis Produktion)
nordic ritual folk

Forndom è il nome dietro cui si cela l’artista svedese Ludvig Swärd. La sua musica è riconducibile all’ambito della nuova onda ritual folk nordica, al pari di act come Wardruna, Heilung, Nytt Land e Draugurinn. Suggestioni folk/ambient prendono la forma di un affascinante rituale permeato dalle tradizioni popolari nordiche e dalla mitologia norrena. Quella di Forndom è un'interpretazione contemporanea di forme archetipiche in grado di guidare l'ascoltatore verso una rinascita spirituale. Dopo il sorprendente esordio nel 2014 con l’Ep intitolato “Flykt”, nel 2016 è la volta del suo primo album, “Dauðra Dura”, che lancia Forndom nel pantheon del genere. In questi anni Swärd si è esibito varie volte dal vivo, anche di spalla ai Wardruna, partecipando a diversi festival europei.

“Faþir” è il nome suo nuovo album ed esce, come i precedenti, per la label svedese Nordvis Produktion. Si conferma qui il ruolo di primo piano di Forndom attraverso un lavoro significativo, sincero e diretto quanto stratificato e curato nei minimi dettagli. Siamo di fronte a un'opera capace di affascinare e convincere su più piani, sempre evocando la cultura, la storia, le tradizioni e i paesaggi malinconici delle parti rurali delle Svezia centrale.
In svedese arcaico, Faþir (fadher) vuol dire padre e, come si evince anche dalla foto dell'artista in copertina, il riferimento è al “padre di tutti” (Allfǫðr), il monocolo Odino. Il suo sacrificio attraverso l’impiccagione sull’albero del mondo, Yggdrasil, e la perdita di un occhio ha permesso al padre degli Dei di conoscere e padroneggiare la magia delle rune e la conoscenza del destino.
Il primo brano, “Jakten”, fa riferimento alla caccia selvaggia di Odino a cavallo di Sleipnir, mentre la successiva “Yggdrasil” è un tributo solenne all’albero dei nove mondi. Su tutto emerge una visione che si affida al fato, al destino a cui neppure gli Dei possono sfuggire. “Yggdrasil” è il vertice del lavoro, il miglior brano mai composto da Forndom, per certi versi la sua personale “Helvegen” e si candida a divenire un classico del genere ritual folk.

Le percussioni accompagnano il canto da antico sciamano di Swärd che emerge tra gli strumenti ad arco appartenenti alla tradizione folklorica scandinava. Anche nei brani strumentali viene fuori tutta l’abilità dell’artista svedese nel creare oscure atmosfere degne di antichi e sanguinosi campi di battaglia. “Finnmarken”, ad esempio, rievoca i paesaggi della Lapponia svedese e delle foreste finlandesi, luoghi che hanno custodito per secoli la magia della cultura Sami, spesso osteggiata e bistrattata.
L'intro della seconda parte dell’album è dedicato a uno dei corvi di Odino, "Munin", il cui nome in norvegese arcaico vuol dire “memoria”. Gli archi del brano strumentale sfociano presto in “Hel, jag vet mig väntar”, un cupo canto sulla fine del mondo per come lo conosciamo. Al contempo, il brano è l’invocazione di una cura nel nome dei padri e nel segno della tradizione, mentre la fine del ciclo, il ragnarök, inesorabilmente si avvicina.
“Hemkomst” (in svedese “ritorno a casa”) chiude il cerchio con un rituale solenne, un epico tributo alla propria terra e al proprio sangue dal ritmo lento ma inesorabile che sembra riprendere in parte il motivo di “Yggdrasil”.

Tutti i brani sono stati composti, cantati e suonati da Ludvig Swärd, con la voce femminile di Jayn Maiven (Darkher) a dar man forte in “Yggdrasil”, “Hel, jag vet mig väntar” e "Hemkomst".
“Faþir” è l’ennesimo colpo andato a segno, perfetta e limpida espressione del vero spirito nordico che oggi, come una nuova onda, monta inesorabile dalle terre scandinave.

26/04/2020

Tracklist

  1. Jakten
  2. Yggdrasil
  3. Finnmarken
  4. Fostersonen
  5. Munin
  6. Hel, Jag Vet Mig Väntar
  7. Hemkomst