Natalia Lafourcade

Un canto por México vol. 1

2020 (Sony)
folk, son jarocho, mariachi

È evidente oramai come il recupero e la riproposizione dello smisurato patrimonio musicale dell'America ispanofona siano diventati il fulcro artistico per Natalia Lafourcade, smarcatasi in maniera pressoché definitiva dai suoi trascorsi pop per farsi tramite dell'eredità lasciata da generazioni di voci e autori, adesso trasferiti nuovamente nella contemporaneità. Progetto partito per finanziare la ricostruzione del Centro de Documentación del Son Jarocho, gravemente danneggiato dai terremoti che hanno colpito lo stato di Veracruz nel 2017, “Un canto por México” (composto da più capitoli come i due volumi di “Musas”) restringe il campo d'azione per celebrare il ricchissimo lascito culturale del suo paese, la straordinaria varietà regionale di suoni e tradizioni, riversati in un'ora di affascinanti rivisitazioni, che toccano principalmente il repertorio della stessa autrice. In questo atto di amore, la voce della musicista ha acquisito un nuovo vigore. 
 
Come nel precedente binomio, anche in questo lavoro Lafourcade non è da sola, ma ha chiamato per l'occasione un nutrito parterre di musicisti e co-interpreti con cui conferire all'album una natura più composita e sofisticata, che travalichi la semplice natura del (self-)cover album. Quasi concepito come una sorta di folk-opera (e la stessa introduzione affidata a Los Cojolites in apertura a “El balajú” è un forte indizio), il disco non nasconde la sua ispirazione teatrale, il senso “drammatico” con cui i brani sono stati disposti in scaletta, a fornire un autentico viaggio attraverso il Messico, dosando ritmi e rallentamenti, progressioni e momenti di riflessione con l'esperienza di chi questo patrimonio lo ha assorbito e lo vive adesso con pura partecipazione. Si garantisce quindi il senso di un flusso che talvolta lascia sottintendere pure un'attitudine progressiva: il passaggio senza interruzioni tra il riadattamento in chiave cumbia di “Nunca es suficiente” e il romantico son jarocho (lo stile tipico della zona di Veracruz) di “Sembrando flores”, brano autografo dei Los Cojolites che anche qui la accompagnano, dà l'idea di un disco in cui niente è lasciato al caso, in cui ogni collaborazione acquisisce un senso più profondo.
 
Fisarmoniche e ottoni mariachi si uniscono ai botta e risposta del jarocho nel mirabile adattamento di “Hasta la raíz”, che Lafourcade interpreta oramai con una maturità e una sicurezza soltanto immaginabili cinque anni fa. Ed è Emmanuel “Meme” del Real, leader di quei Café Tacvba che sono stati (tra) i migliori interpreti dell'ibridazione tra linguaggi rock e cultura folk messicana, ad affiancare l'autrice nel dolceamaro ballo norteño (contraddistinto da ricche striature di archi) di “Lo que construimos”, che letteralmente rivolta l'originale grazie a un passo a due di tragica sensualità.
Se i toni più politici e partecipati di “Un derecho de nacimiento” portano lo ska dei Panteón Rococó a stemperarsi (ma non dissolversi) in un appassionato protest-folk che esemplifica la natura comunitaria della musica della cantautrice, il tono lirico di “Veracruz”, commosso bolero di Agustín Lara, mostra Lafourcade di nuovo bambina, in un doppio omaggio che parla la lingua dell'amore più puro. Il tutto, prima che la celebre “Cucurrucucú paloma”, in punta di plettro, dia un nuovo grande assaggio di quanto ormai il Messico si rifletta come in uno specchio nelle interpretazioni della musicista.
 
Con la causa benefica che ne supporta il messaggio e la costruzione, un disco come “Un canto por México” trasporta d'un fiato in un universo di colori, aromi, sensazioni, azzerando ogni forma di cliché e restituendo un'immagine soddisfacente della varietà di suoni e tradizioni rappresentata in Messico. Attendiamo con curiosità anche il secondo volume.

11/12/2020

Tracklist

  1. El balajú/Serenata huasteca (con Los Cojolites)
  2. Mexicana hermosa (con Carlos Rivera)
  3. Veracruz
  4. Una vida
  5. Hasta la raíz (con Los Cojolites & Los Auténticos Decadentes)
  6. Ya no vivo por vivir (con Leonel García)
  7. Mi religión 
  8. Para qué sufrir (con Jorge Drexler)
  9. Nunca es suficiente
  10. Sembrando flores (con los Cojolites)
  11. Lo que construimos (con Meme)
  12. Un derecho de nacimiento (con Panteón Rococó)
  13. Mi tierra veracruzana (con Los Cjolites)
  14. Cucurrucucú paloma




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