Ozzy Osbourne - Ordinary Man

2020 (Epic)
hard-rock, glam

Giornate intere trascorse di fronte allo specchio deformato a cementare certezze, quelle degli altri, poi ecco l'apertura dell'armadio per la scelta della camicia di forza più appropriata. Un dilemma che si palesa a ogni squillo di sveglia, prima nuovo, poi usuale, poi tragico, poi noioso, poi anche basta così. Ozzy il pazzo, lo sciagurato, l'amorale, il dispensatore di cattivo gusto. "Non posso ritenermi responsabile della mancanza di classe di Ozzy", ebbe a dire decenni fa Robert Plant; "Prima che entrassi io nella band, con Ozzy i Sabbath erano divertenti, ma non certo un gruppo serio", sottolineò senza pietà Ronnie James Dio; "Non è che Ozzy fosse di grande aiuto, non aveva idee, non suonava, non contribuiva", ricordò di fronte a qualche taccuino nostalgico Tony A. Iommi.

Ozzy il frontman goffo degli anni 70, Ozzy che si trasforma in uno scemo del villaggio a uso e consumo delle platee dei nuovi giovinastri di Mtv, Ozzy che nessuno vuole più prendere sul serio, a parte qualche testata dedita all'HM, quello true però, anche se, tra le righe, si mette in risalto come quelle corde vocali siano un po' limitate... Ozzy sovrappeso, sudato, sbavante e cotonato, mascherato da Babbo Natale mentre fa finta di mordere il figlio neonato. L'ex-dislessico, povero in canna, poi divo malato che, a un certo punto, catturò il testimone di Keith Moon, altro celebre svitato, solo meno fortunato del ragazzone che a Birmingham veniva bullizzato e preso pure a schiaffoni dai compagni di scuola.

Tutti ad attendere sempre la sparata, il colpo di teatro, il colpo di coda, a non attendere più nulla, perché intanto la storia ha parlato e Ozzy "non c'entra nulla con i grandi cantanti hard-rock, la sua è una voce fuori dal mondo" (un lettore del settimanale Ciao 2001, nel 1989), Ozzy è stato cantore ed emanazione di una delle esperienze più innovative della storia del rock, i Black Sabbath, "Ozzy? Una brava persona, solo un po' disturbato" (Lemmy). Ci sarebbero però quarant'anni di carriera solista da contemplare... Quelli no, quelli creano ancora un po' di imbarazzo, gli assoli, le pose, i pipistrelli, il vandalismo. Sì, ma i dischi!?

Ozzy decide di festeggiare i cinquant'anni on stage, e soprattutto i quaranta dall'uscita di "Blizzard Of Ozz", mettendo in chiaro una cosa: è un melodista pop di primo livello. Non sarebbe una novità se solo si desse credito a prodezze quali "Crazy Train", "Flying High Again", "Goodbye To Romance", "Bark At The Moon", "Shot In The Dark", "No More Tears" e un'altra dozzina almeno, un Greatest Hits, perfino doppio, come si usava un tempo. Ma forse oggi c'è più accondiscendenza, ehi, si tratta di Ozzy, il cantante dei gloriosi Sabbath!?
"Ordinary Man" è, sin dal titolo fin troppo scoperto, la fine della recita, ma in grande stile, a bordo di un canzoniere per lunghi tratti irresistibile (da quanto non capitava?), dove le parole sono guidate da quell'ugola cantilenante, lagnosa, apparentemente stonata, sguaiata, sfrontata, così british, indimenticabile.
La lista degli accompagnatori è lunga ma non così interminabile: ci sono Duff e Slash dei Guns, la batteria scatenata di Chad Smith, c'è giustamente il cameo dell'ex-collega di pazzie Elton John, ci sono Post Malone e Travis Scott che, sull'ultimo brano, "Take What You Want", provano a portare il boss su territori rap-trap in autotune. Ma sono tutti gregari, anche di classe, perché alla fine a dare le carte e a calare gli assi c'è sempre Ozzy, che non inciampa mai, in un lavoro che profuma di glam, di rock teatrale, di Bob Ezrin e Alice Cooper, di Meat Loaf, grazie anche all'apporto di una orchestra di archi e voci che conta trentadue elementi. Magari le sonorità possono risultare un po' troppo plasticose, in linea con i trend, ma Mr. Osbourne risolve sempre tutto in maniera più che dignitosa.

L'incipit è di impatto, con l'assalto, epico e quindi telefonato, di "Straight To Hell", ma poi il Matto ci precipita in una lunga teoria di piacevolezze melodiche, dalle strofe riflessive e propedeutiche che sfociano in chorus vigorosi ma mai troppo assordanti, come accade in "All My Life" e in "Goodbye", tetra e galvanizzante. "Eat Me" è pesante come se ci fosse il miglior Iommi dietro la console, con l'armonica a bocca del leader che richiama alla memoria antichi giochi di prestigio a opera di maghi misteriosi.
"Today Is The Day" è un saliscendi vocale che si libera in un ritornello lungo, costruito, insinuante. "Under The Graveyard" si riappropria di arpeggi lugubri, poi rubati dai devoti metallari, prima fan e poi protagonisti in prima linea, (i Pantera di "This Love", ma non solo) e lascia andare le chitarre che furono di Randy, Jake e Zakky, il barbaro che voleva esserci e invece non c'è, ma un piccolo gesto di assenso lo avrà sicuramente dato.

C'è uno spaventoso uomo verde che emerge dalle acque, la consueta letteratura del terrore che terrorizzava ed esaltava i ragazzini di qualche decennio or sono, è puro Ozzy in stile "Ultimate Sin", rovente eppure superpop, con Morello che schitarra, ma non se ne accorge nessuno. "It's a Raid", con Malone, è handbanging, con ripartenze degne dei Red Hot, ma sempre intellegibile e intelligente nella scelta della melodia che trafigge tutta la canzone, con Ozzy che in coda fa il verso a se stesso e a tutti i suoi emuli, con una lunga teoria di parolacce, incitamenti, louder!!!!
A questo punto, ci sarebbe voluta l'apparizione del Macca, l'idolo dei sempre del Madman, ed eccolo, tra le righe, con lo spirito, "Holy For Tonight", epocale ballata in stile seventies, classica, ingiallita, ma sempre consolante e vigorosa, impreziosita da una voce ancora oggi senza un senso, oltre tutto. Quest'uomo parlava del diavolo, conosce la materia, fatelo Santo, subito.

It's gonna be a lonely night
It's gonna be the longest of my life
I gotta tell a million lies
But I'll be holy for tonight.

18/03/2020

Tracklist

  1. Straight to Hell
  2. All My Life
  3. Goodbye
  4. Ordinary Man (con Elton John)
  5. Under the Graveyard
  6. Eat Me
  7. Today is the End
  8. Scary Little Green Men
  9. Holy for Tonight
  10. It's a Raid
  11. Take What You Want




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