Se i sogni ispirano ancora la sua vita, molto probabilmente Soko si era immaginata scenari diversi per il suo ritorno sulle scene. Dopo ripetuti rinvii "ammorbiditi" con la condivisione di video d'ottima fattura, era lecito domandarsi cosa fantasticasse l'artista francese riguardo l'uscita del nuovo disco di inediti "Feel Feelings”, pandemia e pause estive permettendo. Ma nonostante la lunga attesa, l'interesse e la fanbase creata nel tempo, il ritorno in scena è passato purtroppo quasi inosservato.
Per un personaggio come lei, diviso tra shooting, set cinematografici e sale di registrazione, l'immagine conta molto e spesso lo scatto di copertina indica anche il mood sonoro. Se nell'esordio “I Thought I Was An Alien” la foto in bianco e nero mossa e piena di luce in cui la francese abbracciava un testone alieno ce la mostrava così bizzarra e scarna, fuori dai dettami dominanti scelti dalla stragrande maggioranze delle colleghe, il successivo "My Dreams Dictate My Reality" l'immortalava più sbarazzina e cool. Adesso, in sgargiante completo rosso, punta una freccia di Cupido verso una luce nel cielo. Poi appare istrionica nel primo videoclip scelto per il lancio di "Feel Feelings”, "Being Sad Is Not A Crime", pubblicato il 17 gennaio 2020, quando tutto sembrava nella "norma": accompagnando la voce con i colpi di una chitarra e il persistere ritmico della batteria, la neo-mamma Stéphanie Sokolinski divide l'inquadratura con il figlio. Mai ritorno in scena poteva essere più onesto e sincero, poiché "Feel Feelings" nasce dopo una settimana all'Hoffman Institute dove la cantante si è sottoposta a un psychological deconditioning per focalizzarsi solo su emozioni e pensieri.
I titoli scelti sono a dir poco programmatici, nonché amaramente ironici, in linea con la sua sad music, confermata e rinvigorita dal sopracitato singolo anticipatore. Tematicamente l'opera è un fare i conti sull'importanza e sulla fragilità delle relazioni e dei protagonisti chiamati a viverle, con spazio anche per aspetti più delicati, come la violenza domestica ("Quiet Storm"). Una riflessione sull'amare e sull'essere amati, con relativi effetti collaterali ("Don’t Tell Me To Smile", "Hurt Me With Your Ego").
Musicalmente "Feel Feelings” - ben prodotto da Dustin Payseur e Patrick Wimberly - si distacca dal predecessore: niente più synthwave e ballabili drum-machine come in “Ocean Of Tears”, spariti gli sprazzi di “Who Wears The Pants??” e le atmosfere contagiate da Ariel Pink.
Sembrerebbe un ritorno al dolce minimalismo intimo e sussurrato di “I Thought I Was An Alien”, ma in realtà, ascolto dopo ascolto, appare altro. C'è l'inizio spoken di "Replaceable Heads", il cambio di voce per la superba "Are You A Magician?" - con annesso bel video girato da Gia Coppola, nipote di Francis Ford Coppola – e il cantato in francese per "Blasphémie": scelte che si correlano a un'apertura anche strumentale, dai morbidi sintetizzatori di "Oh, To Be A Rainbow!" alla dolce "Looking For Love" (anche qui da segnalare il video, dove appare Dylan Carlson), passando per gli screzi di chitarra della sopracitata "Quiet Storm". Sì, soprattutto verso il finale ci si può chiedere se stiamo ascoltando Lana Del Rey (non che sia una cosa negativa), ma siamo comunque al cospetto di quarantacinque minuti di pregevole pop.
26/08/2020