DMA's

The Glow

2020 (I OH YOU)
britpop, baggy

Fino ad ora gli australiani DMA’s non hanno fatto passi falsi. Due album, due gioiellini di britpop fatto e finito, osannati anche da Liam Gallagher. Al terzo disco, però, il rischio di trovarsi tra le mani un disco fotocopia degli altri due era alto. Inaspettatamente, la consacrazione del trio australiano arriva proprio con “The Glow”. Qui riescono infatti a rimanere fedeli a se stessi e alla propria vocazione, pur se con qualche ardimentosa innovazione. “The Glow” è un album compatto, granitico, con una quantità minore di concessioni gallagheriane rispetto ai precedenti (“The Glow”, “Round & Around”).
Undici canzoni, undici storie, undici melodie. Nessun riempitivo.

“Silver” e “Life Is A Game Of Changing”, i due primi singoli estratti, si sono fatti notare, in questi mesi di brumosa quarantena, per motivi differenti. Nel primo pezzo i DMA’s, pur mantenendo saldo il loro paradigma identitario, hanno raggiunto nuove sfumature emozionali, creando un instant classic semplice, potente e romantico, più dei precedenti “In The Air”, “The End” e “Delete”, che pure non erano certo passati inosservati. “Silver” è, con ogni probabilità, la loro “Wonderwall”. “Life Is A Game Of Changing”, con quelle contaminazioni elettroniche così sfacciate e ballabili, è invece il brano che non ti aspetti da loro, il tormentone che risponde al motto hic et nunc, da ballare a piedi nudi sulla sabbia fresca della notte che volge verso l’alba.

Anche il resto della narrazione dà forma all’ibridazione tra rinnovamento danzereccio e una formula fresca ormai consolidata, nonostante il piccolo inciampo di “Hello Girlfriend”; il tutto col supporto del produttore Stuart Price, già al fianco di New Order, Madonna e Pet Shop Boys.
Si va dalla tirata “Never Before”, scritta ai tempi di “Hills End”, in cui compaiono echi dei Charlatans, a brani fluidi e suggestivi dal cuore acustico, che crescono con gli ascolti e che accenderanno le esibizioni dal vivo, come “Learning Alive”, “Appointment” e “Strangers”.

Se il precedente “For Now” si chiudeva con quel piccolo affresco psychedelic pop sublime e fastoso di “Emily Whyte”, anche “The Glow” si conclude con un pezzo da novanta: “Cobracaine”. Grazie alla produzione elettronica e pulsante, al suo muoversi tra le scale in maniera ondivaga e stravagante e all’esplosione in un ritornello saturo e catartico, rappresenta senza dubbio alcuno il vertice espressivo di “The Glow”.
“Cobracaine” si nutre di sogni estivi e suggestioni malinconiche, di spiagge mai raggiunte, tramonti in macchina e carezzevoli, ancestrali desideri. La voce gentile di Tommy O’Dell, qua filtrata attraverso il vocoder, non è mai stata così perfetta.

A tal proposito, è giusto osservare che proprio la voce, morbida e precisa, costituisce uno dei punti forte di “The Glow”, congiuntamente alla già citata produzione. Le canzoni sono solide - come nei precedenti lavori - sia da un punto di vista musicale e strutturale che sul piano dei testi. Il vinile verde da collezione rappresenta infine la ciliegina sulla torta per quello che sembra essere l’album rivelazione dell’estate 2020.

17/07/2020

Tracklist

  1. Never Before
  2. The Glow
  3. Silver
  4. Life Is A Game of Changing
  5. Criminals
  6. Strangers
  7. Learning Alive
  8. Hello Girlfriend
  9. Appointment
  10. Round & Around
  11. Cobracaine




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