Aborym

Hostile

2021 (Dead Seed) | industrial-rock, alternative-metal

Gli Aborym da Taranto si sono evoluti molto nel corso dell'ultimo decennio, al punto che ormai musicalmente poco hanno a che spartire con i suoni estremi degli esordi, quando sperimentavano il connubio tra black-metal ed elettronica. Il nuovo album "Hostile" prosegue nel solco del precedente, controverso, "Shifting.Negative" per quanto riguarda l'adozione di un suono industrial-metal/elettronico più riconoscibile e squadrato, con molti punti di contatto con Nine Inch Nails (quelli della seconda metà di carriera, più rockeggianti e meno schizoidi), Ministry o Marilyn Manson. Il nuovo album però si porta avanti, mostrando un piglio ora più schitarrato e potente, sempre orecchiabile, e influenzato da vari gruppi alternativi pesanti, elettronici e synth-pop che fanno capolino ogni tanto.

Non si può dire che gli Aborym non abbiano appreso bene le lezioni con cui hanno forgiato questo percorso. Il risultato è uno stakanovistico lavoro di genere, orecchiabile, grintoso, che sprigiona passione per determinate sonorità e voglia di mettere a cuocere l'ispirazione in ogni nota, intrigante nella sezione ritmica e con una produzione potente e calda, che richiama certo rock alternativo americano anni 90.
Tra i pezzi più interessanti, "The End Of A World" è una parentesi atmosferica dove le schitarrate lasciano il posto a un dolente sassofono quasi dark-jazz, mentre "Lava Bed Sahara" è un piacevole pezzo catchy a cavallo tra il grunge degli Alice in Chains e i Nine Inch Nails. Emozionante è anche il chiaro/scuro tra atmosfere notturne e schitarrate epiche di "Sleep", mentre "Solve Et Coaluga" sfocia in un synth-rock divertente e stravagante.

L'album, quindi, è ricco di spunti interessanti su cui il gruppo ricostruisce il proprio stile con dovizia di particolari, ma presenta anche alcuni limiti. Innanzitutto, alcuni brani sono costruiti su poche idee melodiche azzeccate ma troppo diluite una volta arrangiate. Spicca in tal senso soprattutto "Nearly Incomplete", a cavallo tra un industrial-metal in stile primi-Rammstein e spunti punkeggianti/electro à-la Skinny Puppy, che sembra mostrare il maggior potenziale non messo a fuoco. Ciò può alla lunga può risultare dispersivo, contando che l'album è lungo (14 canzoni per 66 minuti). Niente che incida molto da questo punto di vista, comunque.

Più rilevante è che il lavoro è coraggioso nello sperimentare nuove rotte se posto nel contesto relativo della discografia degli Aborym, ma preso in termini assoluti è un chiaro tributo a un certo sound di due/tre decenni fa. È lodabile per dedizione e passione, ad esempio le linee vocali calde e ruvide di Fabrizio Giannese spesso somigliano molto a quelle di Trent Reznor o Dave Gahan, che emula e ripropone in maniera efficace e verosimile. Ma a volte il risultato risulta troppo debitore o citazionista ("Horizon Ignited" e "Harsh And Educational" paiono una gustosa versione metallica dei Depeche Mode; "The Pursuit Of Happiness" poteva stare su "Perdition City" degli Ulver; la conclusiva "Magical Smoke Screen" invece sembra uscita da "With Teeth"; alcuni giochi di chitarra in background di "Disruption" e "Radiophobia" ricordano episodi simili dei Tool; la prima inizia anche con un'introduzione sussurrata che è decisamente mansoniana come feeling).

Per fortuna, la sensazione è meno accentuata rispetto al precedente "Shifting.negative", e anche i brani più conformi a un certo modello sono comunque godibili, ma più spesso vien da pensare di stare ascoltando dei Nine Inch Nails mutati, piuttosto che dei nuovi Aborym. Si può azzardare l'ipotesi che il gruppo italiano stia ancora rimescolando vari stili attraverso dei lavori di transizione che culmineranno in futuro in un disco con maggiore personalità, ma il rischio è che questo nuovo corso rimanga di nicchia.
Il vecchio pubblico blackmetallaro del gruppo difficilmente potrà essere interessato a queste sonorità, come già hanno testimoniato le reazioni negative (per chi scrive francamente eccessive) per il precedente disco, mentre quello che in teoria può rappresentare il target del disco potrebbe percepirlo come passatista. L'album non rivoluziona nulla, ma merita in ogni caso di essere ascoltato, soprattutto se si è aperti a scoprire sonorità differenti da quelle a cui si è abituati - in tal senso "Hostile" può anche rappresentare un utile ponte per scoprire qualcosa di nuovo, in un senso o nell'altro.

(03/04/2021)

  • Tracklist
  1. Disruption
  2. Proper Use of Myself
  3. Horizon Ignited
  4. Stigmatized (Robotripping)
  5. The End of a World
  6. Wake Up Rehab
  7. Lava Bad Sahara
  8. Radiophobia
  9. Sleep
  10. Nearly Incomplete
  11. The Pursuit of Happiness
  12. Harsh and Educational
  13. Solve Et Coagula
  14. Magical Smoke Screen
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