Arooj Aftab

Vulture Prince

2021 (New Amsterdam)
chamber folk, ambient, ghazal

Lutto: dal latino lugere, piangere.

Quando la nostra esistenza viene turbata dalla morte di una persona cara, diventa arduo elaborare concetti come il distacco è la separazione. La mente attraversa vari stadi, dalla sorpresa all’incredulità, passando per la depressione e la rabbia, emozioni che solo il pianto trascina via.
E’ il pianto, il lutto, l’elemento chiave del terzo album della cantante pakistana Arooj Aftab, “Vulture Prince”, un disco le cui premesse erano ben diverse da quelle concretizzatesi. La morte improvvisa del fratello minore Maher e della cara amica Annie Ali Khan hanno inciso sul processo creativo, Arooj ha eliminato da alcuni brani le parti ritmiche già incise, ha attinto con più fermezza dalla tradizione poetica ghazal dell’Ottocento e del Novecento, nello stesso tempo ha recuperato una spiritualità ancestrale che funge da collante del tessuto narrativo.

Album fortemente evocativo e dolente, il terzo progetto dell’artista pakistana mette definitivamente a nudo il mondo interiore di Arooj Aftab, il concetto di perdita e il pensiero della morte non rappresentano il fine narrativo delle sei composizioni, quanto il punto di partenza per una riflessione profonda sulla caducità delle relazioni con amici, parenti e compagni occasionali.
Imprevedibile, intrigante, “Vulture Prince” è un disco che suona come un respiro, un anelito di vitalità e creatività artistica che germoglia sulle coordinate che da sempre ispirano poeti, scrittori e musicisti: amore e morte.
Amore e morte, concetti che riecheggiano già dalle prime note di “Baghon Main” (brano recuperato e rielaborato dal disco di debutto del 2015 “Bird Under Water”) e che trovano nutrimento nella dissonante semplicità di “Diya Hai”, ultimo tassello delle sofferte registrazioni e definitiva preghiera per il fratello Maher, incorniciata dagli accordi di chitarra acustica di Badi Assad e dalla sezione archi della Rootstock Republic.
Più che canti funebri, queste sei tracce sono preghiere intrise di una malinconia elegiaca che invoca la risurrezione dell’anima: Arooj Aftab carteggia lo spessore melodico e strumentale riducendo al minimo gli arrangiamenti, arpa violino, chitarra acustica e archi accarezzano la voce come una brezza, mentre il contrabbasso azzarda qualche lampo ritmico.

Quel che sorprende è il leggero commiato dalle sonorità etno-folk, accantonate come se facessero parte di una realtà spirituale e culturale contaminata. La natura antropologica delle sonorità è dunque più antica, universale, ma dietro questa scelta c’è ancora una volta il concetto di perdita, perdita d’identità e delle radici. Un’elaborazione concettuale che l’artista concretizza proiettando il tutto in un contesto musicale innovativo, sobrio e profondo.
“Vulture Prince” è uno di quei rari dischi che a volte trascende la propria natura fisica per un’esperienza quasi mistica: nella sfavillante “Saans Lo” il distillare di note è scandito alla maniera di Robin Guthrie, pian piano l’atmosfera diventa incandescente, mentre il testo dell’amica giornalista e modella Annie Ali Khan assume i contorni di un’invocazione laica. L’ancor più intensa “Mohabbat” è simile a un arazzo: l’amore perduto raccontato dal poeta Hafeez Hoshiarpuri è sottolineato da note eleganti di arpa e flicorno, la melodia struggente e il canto sofferto ne esaltano la bellezza, svelando alfine un concetto d’amore universale, che Aftab dedica al giovane fratello scomparso.

Unica eccezione stilistica dell’album è “Last Night”, un brano che amalgama jazz e reggae con uno spirito urban-soul, un ardimentoso slancio sonoro che rende merito all’intensità poetica del testo del poeta persiano Rumi. Ed è sempre il jazz a fare da motore a un'altra singolare ibridazione di stili, “Suroor”, dove il suono dell'arpa, il cadenzare solenne del contrabbasso e l’inatteso ingresso di un synth, trascinano il canto verso la magia dell’ignoto.

Minimale, quieto, singolare, sorprendente, il terzo album della cantante pakistana brilla di luce propria, illuminando lo scenario creativo di questo travagliato anno in corso.

11/09/2021

Tracklist

  1. Baghon Main
  2. Diya Hai 
  3. Inayaal
  4. Last Night
  5. Mohabbat
  6. Saans Lo
  7. Suroor




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