Quasi scioccanti, specie per chi dai Deafheaven brama brutalità, i tre singoli che hanno anticipato "Infinite Granite" (che della band è il quinto disco) hanno mostrato invece una band senza pastoie, completamente sbrigliata e a suo agio nelle nuove vesti. Insieme all'atavico bisogno di sperimentare in nuovi e arditi accostamenti, Shiv Mehra ha riposto nel baule le chitarre a zanzara cruciali del black metal per fare del suo strumento il baricentro di uno shoegaze così puro che dalla sua band non ce lo saremmo mai aspettati.
Se "The Gnashing" è comunque una discreta mazzata dietro al collo (nulla comunque che non avrebbero potuto registrare i Nothing, perlomeno in termini di onda d'urto sonora), "In Blur" si apre tra riverberi sognanti in zona "Souvlaki" e nelle strofe sfoggia adamantini arpeggi jangle. Per non parlare della successiva "Great Mass Of Color", così autunnale e sfacciatamente indie-pop da far venire in mente i Durutti Column.
La più grande trasformazione non è però nemmeno quella di Mehra, perché in "Infinite Granite" a essere totalmente irriconoscibile è George Clark. Salvo rarissime e ficcanti sbroccate ("Villain" e il clamoroso finale di "Mombasa"), il cantante ha lasciato a casa il suo proverbiale e lancinante scream. Per sfoggiare invece una voce limpida, emotiva e controllata. In "Shellstar" le sue parole sono piume che volteggiano tra le onde dei feedback, in "Great Mass Of Color" la voce è più decisa ma mai completamente solida, mentre in "The Gnashing" propone un ritornello da singalong istantaneo - ovvero l'ultima cosa che ci saremmo aspettati da uno screamer purosangue come lui.
Egregiamente suonato, solido ed emozionante, il disco si fa godere senza necessitare di troppe inversioni di marcia o frenate brusche (l'intermezzo ambient "Neptune Raining Diamonds"), imponendosi come il loro miglior lavoro dopo la fondamentale doppietta blackgaze "Roads To Judah"/"Sunbather".
Il fatto che gli otto minuti della conclusiva "Mombasa" culminino tra growl, batterie e chitarre infernali, per farne un brano davvero a un passo dal black metal di un tempo, ci priva però di ogni certezza sul futuro della band. Dandoci da pensare che forse "Infinite Granite" è soltanto una parentesi celestiale tra un inferno e l'altro e che per il futuro abbiamo da aspettarci nuove, lancinanti dannazioni.
(24/08/2021)