Jónsi

Obsidian

2021 (KRUNK)
ambient, post-rock

Pubblicato a sorpresa il primo giorno di novembre, "Obsidian" è il terzo album solista di Jónsi: un progetto artistico multidisciplinare e sensoriale che, oltre alla parte musicale, comprende una mostra di opere d'arte visiva dello stesso artista islandese, esposta alla Tanya Bonakdar Gallery di New York, per ora programmata fino al prossimo 17 dicembre.

Mr. Jón Birgisson, ormai fermo con i Sigur Rós dal lontano 2013 e archiviata la recente fuga art-pop di "Shiver" (2020), aveva già dato ampia dimostrazione del suo eclettismo grazie alla realizzazione di musiche per film e serie TV, sondando anche inusuali settori quali la scultura e la creazione di oli essenziali.
Restando nell'ambito di competenza, "Obsidian" è un lavoro a metà tra sonorizzazione e album vero e proprio, nel quale Jónsi si riappropria del minimalismo più soffuso ed etereo, territorio dove le glaciali consonanze cesellate dal suo inconfondibile falsetto sono sprigionate verso i più siderali itinerari.
L'ispirazione per l'opera è stata innescata dalla recente quanto violenta eruzione del vulcano islandese Fagradalsfjall - a pochissimi chilometri da Reykjavik - rimasto inattivo per quasi ottocento anni.
In relazione a tale avvenimento sono tangibili le sensazioni che all'ascolto trasportano in quegli affascinanti luoghi, con trame e aromi che trasudano di memoria e natura provenienti da quella magica isola nordica: suoni di venti impetuosi e rigide cascate d'acqua, situazioni dove Jónsi è un maestro nella sovrapposizione della propria voce ai vari passaggi sia orchestrali che elettronici.

Con la coproduzione e il missaggio affidati a Paul Corley (Yves Tumor, Oneohtrix Point Never, Ben Frost, Koreless) e Nathan Salon, "Obsidian" è qualcosa di più che un viaggio nell'ambient music, decisamente affine al materiale già concretizzato nelle precedenti collaborazioni con Alex Somers.
L'elegiaca vocalità richiama talvolta respiri d'elevata consistenza spirituale ("Vikur"), o si muove a pilota delle splendide simmetrie conformate per "Ambrox", episodio impreziosito da una miriade di microsuoni naturali, dall'eccellente arpa di Mary Lattymore e dal soave violoncello di Gyda Valtysdottir.

Affiorano frangenti nei quali il post-rock sembra prendere il sopravvento ("Pyralone"), grazie a una sezione ritmica di crescente intensità, o istanti dove l'elettronica sprigiona tutto il suo grande catalogo nel permettere l'accesso ad atmosfere oniriche ("Obsidian" e "Cypriol"), mentre ascoltando con gli occhi chiusi "Eyja" si ha davvero la sensazione di essere al cospetto di un vulcano in piena attività.
Le ultime tre tracce in scaletta sono degli strumentali che purtroppo risentono della mancanza di quel congegno affascinante rappresentato dalla voce di Jónsi, risultando quindi fasi un po' piatte nel suono e prolisse nello schema attuativo, ma probabilmente perfette come opportuno accompagnamento al percorso museale.

L'ossidiana nasce dalla lava incandescente trasformatasi mediante un processo naturale di rapido raffreddamento. È scura ma traslucida, si dice possegga una bellezza arcana; è dura e contemporaneamente fragile, numerose dualità che rispecchiano perfettamente la sensibilità e la severità dell'arte totale divulgata dal frontman dei Sigur Rós, all'interno della quale è sempre necessario immergersi senza opporre alcuna resistenza.

09/11/2021

Tracklist

  1. Vikur
  2. Ambrox
  3. Kvika
  4. Pyralone
  5. Obsidian
  6. Cypriol
  7. Eyja
  8. Öskufall
  9. Vetiverol
  10. Hedione

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