Presentato in anteprima nel 2008, nelle stanze dell'imponente Park Avenue Armory di New York - edificio magistralmente ristrutturato nel 2007 da Herzog & de Meuron, che un tempo fungeva sia da struttura militare che da circolo sociale per la milizia volontaria del presidente Lincoln - "Teenage Lontano" giace sulla prima metà del piatto reinterpretando l'opera di Ligeti, avvalendosi di voci fanciulle, laser, dissonanze e patch di vario tipo.
Si rivela uno sguardo mutante, escandescente, talvolta sospeso di una gioventù contemporanea anestetizzata dalle sovrastrutture capitalistiche, ma al contempo ansimante e sfuggente.
In "roygbiv&b", storpiatura dell'acronimo usato per ricordare la sequenza dei sette colori che formano l'arcobaleno, si rincorrono invece "refrain" organizzati a cocci, disposti senza uno schema apparente, con l'aggiunta di contrabbassi e ottoni spesso buttati nella "mischia" come ladri a piede libero.
Al di là dei temi a monte del progetto, avvincenti nel 2008 ma inesorabilmente inflazionati nel 2021, "Teenage Lontano" espone lo sguardo cinico eppure possibilista di una compositrice apprezzata nel corso degli ultimi vent'anni per il suo essere meticolosamente pungente, modellatrice espansa di plastici immaginari, camere acustiche e fascinazioni solo in apparenza astratte di un'umanità socialmente sempre più "lontana", avulsa da tutto e il suo contrario.
(26/11/2021)