Sono passati ventiquattro anni e la quarantaseienne Natalie Imbruglia torna dopo ben 12 anni a registrare un Lp di inediti. Il tempo passa, ma la musicista australiana si presenta ancora come spensierata giovane poco più che adolescente, con quella voce ritenuta perfetta dagli appassionati di tutti gli orridi talent show, che otterrebbe di sicuro quattro sì entusiasti dai giudici, che farebbe piangere la metà del pubblico di X Factor e che farebbe fare la faccia a metà tra il pensieroso e lo stupefatto a Fedez o Manuel Agnelli. Tutto costruito, tutto come deve essere per piacere a quel tipo di pubblico, tutto perennemente alla ricerca del singolo perfetto spacca-classifica che potrebbe arrivare, come pure essere mancato per motivi a volte imperscrutabili e casuali.
Quattordici brani pop tipicamente anni 90, tutti più o meno identificabili nella categoria pop-ballad da cantare in coro nei palazzetti, per un Lp di cinquantadue minuti che si fa davvero tanta fatica ad ascoltare per intero. La title track giunge alla fine quando si è un po’ estenuati e si spera di trovare qualcosa di diverso. In effetti, le prime note di piano sembrano essere persino esaltanti rispetto alla melensaggine precedente, ed essendo il brano decisamente più distante dalle consuetudini pop della Imbruglia, è certamente quello più poetico e degno d'essere ricordato.
(01/10/2021)