Operazione non facile quella di dare organicità e consistenza artistica a un tribute album sulla figura di Greg Lake, chitarrista cantante e bassista, morto nel dicembre del 2016, protagonista di due delle avventure più coinvolgenti del rock progressive inglese, ovvero i King Crimson e gli Emerson, Lake & Palmer.
Il progetto nasce in Italia, ed esattamente a Zoagli (Genova), cittadina nella quale Greg Lake aveva trovato accoglienza negli ultimi anni di vita. Concerti, cittadinanza ad honorem, una targa ricordo nel Castello Canevaro e l'amicizia con Paola Tagliaferro hanno fatto il resto, consolidando un gemellaggio tra la cittadina ligure e il musicista.
L'amicizia di Greg e della moglie Regina con Paola si è sviluppata non solo su affinità artistiche ma anche umane, personali, ed è in questa profonda sintonia che vanno cercate le motivazioni di questo disco.
Le doti vocali della Tagliaferro sono già ben note a chi ha apprezzato dischi come “Milioni di lune”, ma adattare tonalità da mezzosoprano e da contralto leggero all’intima poetica di Lake è stato senz’altro arduo. La scelta vincente di “Paola Tagliaferro Sings Greg Lake” è stata quella di affidare a musicisti di spessore la complessità strumentale delle composizioni (l’artista ha creato un gruppo stabile che tiene viva la memoria di Greg: La Compagnia Dell’Es), nonché quella di entrare nel mondo lirico del musicista attraverso la narrazione emotiva di Regina Lake.
L’incontro tra le due sensibilità femminili è parte formante del progetto, Paola Tagliaferro e Regina Lake hanno messo a nudo tutta la potenza delle creazioni di Greg, liberandole dalla pur nobile magniloquenza degli Elp e astraendole dalle ambizioni strumentali dei King Crimson.
I musicisti - Pier Gonella, Giulia Ermirio, Andrea Zanzottera, Enten Hitti, U.T. Gandhi e Vincenzo Zitello - scelgono un range creativo essenziale e mai ridondante, assecondando più la natura romantica del progressive rock, prima con un delizioso dialogo tra oboe e arpa in “Promenade 2” e poi con una vibrante performance pianistica in “Take A Pebble”.
Sono questi però gli episodi che per un attimo bramano un timbro vocale più avvolgente, una difficoltà che in altri frangenti Paola Tagliaferro supera brillantemente, assecondando la dolcezza e la poesia di brani come “Lucky Man” ed “Epitaph” con toni più delicati e flessuosi.
La musicista italiana dona nuova vita anche a episodi meno noti, come “Still You Turn Me On” e “C'est La Vie”, ma egualmente rilevanti nella carriera di Lake. Brani ricchi di una spiritualità che è altresì fonte di nutrimento per le più note “I Believe In Father Christmas” e “Moonchild”, quest’ultima valorizzata da un perfetto incastro tra arrangiamento strumentale e performance vocale.
Quel che l’artista è riuscita a catturare con il progetto “Paola Tagliaferro Sings Greg Lake” è una profondità, una sensibilità artistica che è stata spesso adombrata dal carisma di compagni d’avventura come Keith Emerson o Robert Fripp (John Wetton è stato in questo senso molto più fortunato e scaltro). Scoprire l’intima natura cantautorale delle canzoni di Greg Lake è una delle tante sorprese di un album appassionante, e non solo per i fan del musicista inglese.
08/05/2021