Non sono molti i musicisti della scena elettronica a godere del prestigio che Taylor Deupree è riuscito a costruire in oltre venti anni di carriera. Fondatore della 12k, etichetta punto di riferimento di tutta la scena ambient-elettronica mondiale, Deupree si dedica, col nuovo Lp “Mur”, sia alla rielaborazione del lutto per la recente scomparsa del padre, sia alla sua personale rivisitazione del pianismo ambient di Brian Eno, con cinque tracce lunghe e oniriche che richiamano chiaramente quel mondo dilatato di musica per ambienti.
Che sia musica per aeroporti o per installazioni, è innegabile la qualità dei suoni dell’allievo Deupree, ormai a sua volta maestro per una nuova generazione di musicisti provenienti da ogni parte del mondo. Note di piano che si spargono in un mare calmo di synth e rumore bianco di fondo, in poco più di quaranta minuti di stasi emotiva che inducono alla riflessione e tendono a superare l’idea eniana di musica da non ascoltare per trasformarsi in musica da ascoltare per fermare, anche solo per un tempo minimo, l’inutile frenesia quotidiana.
Stasi e quiete per una musica che non cerca mai una melodia riconoscibile, ma è costantemente una sorta di brodo primordiale di note astratte che riempiono sia lo spazio circostante che la mente di chi desidera uscire dalla corsa quotidiana verso il non senso.
I brani di apertura e chiusura (“Mir” e “Mar”) sono i più lunghi e i più riusciti, il primo tipicamente eniano, il secondo che infine cede a distorsione elettroniche inquiete.
Deupree si conferma protagonista di primo piano della scena elettronica odierna, mantenendo fede ai propositi che hanno da sempre segnato la sua carriera, che ha esplicitato nelle sue celebri 12 regole. In questo caso direi che la regola 8 è la più adatta a descrivere “Mur” (“Non cercare mai di innovare, sii fedele a te stesso e l'innovazione potrebbe arrivare”).
05/06/2021