Taylor Deupree

Taylor Deupree

L'evo digitale

Sound artist, grafico e fotografo di stanza a Brooklyn, New York, Taylor Deupree è passato attraverso tanti pseudonimi per pubblicare la sua musica, prima di usare il suo nome di battesimo. Nel 1997 ha fondato la 12k, label specializzata in minimalismo digitale e stili contemporanei, divenuta una delle etichette di musica elettronica più rispettate al mondo. In questa scheda ricostruiamo sinteticamente la sua carriera, anche attraverso un'intervista esclusiva

di Roberto Mandolini

In search of identity

Taylor Deupree ha iniziato a suonare musica elettronica da giovanissimo, a metà degli anni 80, spinto dalla passione verso la new wave della Factory e l'ambient di Brian Eno. Ben presto il giovane musicista nato e cresciuto a Brooklyn ha iniziato a sviluppare un forte interesse verso i software musicali e l'elettronica più sperimentale. Nel 1985 gli viene regalato il primo synth con cui inizia a conoscere i segreti del suono elettronico. Esistono più di 20 cassette con registrazioni di quel periodo, ma per ora Deupree non ha alcuna intenzione di pubblicarle.

A fine anni 80 Taylor vive in prima persona la stagione dei rave. Appena ventiduenne inizia a incidere su una delle etichette più in vista della nascente scena ambient-trance, la Instinct Records.
Prima di usare il suo nome di battesimo, Taylor Deupree, sceglie di adottare molti pseudonimi per pubblicare la sua musica: Prototype 909, Human Mesh Dance, SETI, Escape Thank, ARC, Futique, Unit Park e Drum Komputer. E' lo stesso musicista newyorkese a spiegarne il motivo in una vecchia intervista rilasciata nel 1999: "Ogni progetto aveva una sua identità ben definita e ancora prima di scrivere qualcosa sapevo come l'avrei pubblicata. Per esempio, se io e Savvas ( Ysatis, ndr ) stavamo facendo qualcosa di techno, allora sarebbe stato a nome ARC. Se invece lavoravamo a una traccia ambient, allora l'avremmo pubblicata come SETI. Se lavoravo con Dietrich ( Schoenemann, ndr ), allora le tracce techno erano di Unit Park. E se era coinvolto anche Jason ( Szostek, ndr ) allora sarebbe stato Prototype 909".

12k

Nel 1997, dopo aver lasciato la Instinct, Taylor Deupree fonda la sua etichetta personale, la 12k, abbandonando la techno degli esordi per concentrarsi sul lato sperimentale dell'universo elettronico. "Nel 1996 stavo negoziando il mio contratto con la Silent e dopo mesi, o forse un anno, di prese in giro, li ho finalmente salutati e ho deciso di pubblicare il cd per conto mio ( l’album in questione era thesecretnumbertwelve ). In precedenza avevo lavorato per alcuni anni presso la Instinct Records di New York e mi ero fatto un’idea di come un’etichetta discografica avrebbe dovuto lavorare. Peraltro ero conosciuto come artista per aver pubblicato alcuni cd proprio sulla Instinct e quindi è stato relativamente facile pubblicare e vendere per conto mio il disco. E’ buffo perché il "twelve" di thesecretnumbertwelve non ha niente a che fare con il nome della 12k, è solo una coincidenza, anche se esiste una sorta di connessione, come è naturale che sia. Questo è emblematico del mio modo di lavorare: mi muovo su un impulso e su un’ispirazione spontanea, che spesso portano a sviluppi interessanti. 12k non ha mai avuto piani a lungo termine. Di solito lascio che le cose semplicemente accadano".

In dieci anni di attività la 12k ha pubblicato più di 40 lavori di artisti del calibro di Dan Abrams, Christopher Willits, Sogar, Tetsu Inoue, aiutando a definire il suono glitch che in quegli stessi anni stavano proponendo musicisti come Ryoji Ikeda, Noto, Oval, e in generale tutti i nomi pubblicati dalla tedesca Raster Noton.
Per differenziare la propria proposta musicale, negli anni la 12k ha aperto le ausiliarie Line, Term e Happy. La prima è servita soprattutto per pubblicare i lavori divisi insieme all'amico Richard Chartier, compagno di molte avventure (tra le quali anche un'esibizione all'interno della prima Sensoralia al Palladium di Roma qualche anno fa). "Era il 1998 quando Richard si interessò della 12k e mi contattò. Venne fuori che avevamo un bel po’ di interessi in comune e così, dopo aver parlato e parlato, decidemmo di collaborare. Richard voleva completare la sua serie di cd che secondo me non erano proprio in linea con quello che la 12k stava facendo al tempo, e così, su uno di quegli impulsi spontanei che ti dicevo prima, decidemmo di far nascere una nuova etichetta, la Line, per pubblicare i suoi lavori e quelli di altri artisti simili ai suoi".

La Happy nacque per pubblicare lavori meno sperimentali e più legati alla passione di Taylor per il pop giapponese. Mentre Term è una netlabel che ha messo a disposizione lavori inediti di musicisti del calibro di Sogar, Stephan Mathieu e Motion. Il Giappone sembra essere una costante negli interessi del musicista newyorkese. "Le prime uscite della 12k sono state di miei dischi o di quelli dei miei amici di New York, ma avevo anche alcuni amici che vivevano in tutto il mondo e di alcuni ho iniziato a pubblicarne la musica. Ma le cose sono avvenute in modo molto naturale, non mi sono mai messo a pensare a una scena in particolare. Pubblico solamente la musica che mi piace e capita che possa essere prodotta qui a New York come da qualsiasi altra parte del mondo. Io vedo la scena come una cosa globale".

Nulla è cambiato dello spirito di Deupree in tutti questi anni: "Sono molto soddisfatto del lavoro svolto. Sono molto contento e anche orgoglioso di poter affermare che con la 12k vado avanti con lo stesso spirito con cui ho iniziato. Ho sempre voluto mantenere l’etichetta piccola per permettermi una lenta ma percettibile evoluzione sonora. Penso di aver raggiunto i miei scopi senza aver dovuto fare alcun tipo di inutile compromesso. La 12k ha compiuto dieci anni nel gennaio del 2007 e io farò di tutto per continuare il mio lavoro come ho sempre fatto. Potrebbe sembrare strano sentire che io non voglio che l’etichetta diventi grande, ma è così. Non ho bisogno che si ingrandisca e in questo modo mi dà la libertà di fare quello che voglio e come lo voglio, senza dover fare concessioni di alcun tipo". Semmai ad esser cambiata è la considerazione riguardo le esibizioni live : "Penso sia difficile proporre dal vivo il tipo di musica che suono, e soprattutto renderlo interessante per chi ascolta. Non voglio addentrarmi nell'annoso dibattito sui concerti di musica sperimentale e di set con soli laptop, ma sicuramente non c'è niente di spettacolare ed eccitante da guardare per chi assiste agli show. La cosa mi sta anche bene, perché così ci si concentra sulla musica. Non mi interessa che la gente mi guardi mentre suono, voglio solo che mi ascoltino. Dal canto mio cerco di rendere ogni concerto interessante, incorporando nella mia musica elementi di improvvisazione ed eventualmente anche errori. L'altra faccia della medaglia è che qualcuno dei miei concerti alla fine può riuscire solo a metà. Ma quantomeno non sono tutti programmati. Inoltre, io inizio a creare ogni mio concerto a partire da alcuni giorni prima dell'esibizione, in modo che ogni spettacolo sia unico e irripetibile. E questo dà al pubblico un minimo di soddisfazione nel sapere di assistere a qualcosa che molto probabilmente non è mai stato suonato prima e che non sarà mai ripetuto in futuro. Sto lentamente cercando di suonare sempre più strumenti dal vivo durante i miei concerti. Negli ultimi due anni ho spesso portato con me sul palco una piccola tastiera con cui suonare alcuni passaggi e manipolarli in tempo reale. Questa settimana porterò nei miei concerti una tastiera e un sintetizzatore in aggiunta al mio laptop. Mi piacerebbe anche portare una chitarra e il sistema Kyma, per improvvisare un concerto completamente dal vivo. Ma per fare questo devo programmare prima un ambiente robusto con il Kyma".

Out of New York

Nel 2005 Taylor Deupree cambia casa e lascia Brooklyn per andare a vivere in campagna. La sua musica ne risente. La collaborazione con il gruppo giapponese degli Eisi segna una svolta nella carriera del musicista americano. "Quando ho collaborato con gli Eisi è stata un'esperienza bellissima. Lavorare con un gruppo di tre musicisti e poi assemblare i suoni dei loro strumenti acustici con le mie apparecchiature elettroniche è stato molto innovativo e allo stesso tempo eccitante per me. Recentemente ho contattato un artista in Giappone, un cantante che di solito suona cose indie-shoegaze, con cui mi piacerebbe molto collaborare. Non so cosa ne uscirà fuori e neanche se la collaborazione andrà in porto, ma sono molto interessato a mettermi alla prova con qualcosa di drasticamente diverso da quello che normalmente suono".
Stanco dei suoni sintetici? "Principalmente è solo un'evoluzione. Ho suonato musica sintetica e digitale per un bel po' di anni e mi è sembrato interessante iniziare a suonare con sonorità diverse. Non vorrei mai fermarmi a fare le stesse cose per troppo tempo e quindi cerco sempre di cambiare. Penso che un giorno tornerò a suonare musica con un suono più sintetico per reazione alle cose organiche che sto facendo ora. Di sicuro per Northern mi hanno molto ispirato sia i suoni della natura che mi hanno circondato da quando mi sono mosso da Brooklyn, sia la dedica al mio amico Bryan. E quindi c'è sicuramente un suono caldo e anche molto sentimento nel disco. Dopo aver vissuto a New York per così tanto tempo, ho veramente apprezzato la natura... e la mia musica ha iniziato inevitabilmente a risentirne. Il mio suono è anche influenzato dalla tecnologia che utilizzo: due o tre anni fa ho comprato un sistema Kyma ( software+hardware ) che veramente fa risplendere la mia musica durante i concerti e anche mentre suono qualche strumento in un disco... e così ho iniziato a usarlo sempre di più nella mia musica. E' davvero un bell'oggetto".

 

Tra il 2006 e il 2009 Taylor Deupree non ha smesso di collaborare con artisti provenienti da ogni angolo del pianeta. I suoi dischi sono spesso fotografie e resoconti di eventi-incontri. Specification.Fifteen è una collaborazione con il collega Richard Chartier pubblicata dalla Line. L'opera è stata commissionata dal Hirshhorn Museum di Washington, DC in occasione di una retrospettiva sul noto fotografo giapponese Hiroshi Sugimoto (Seascapes). Per l'occasione i due musicisti hanno suonato davanti una grande finestra panoramica da cui si vedeva il profilo della città. Uno spettacolo suggestivo sottolineato dalla musica silenziosa e apparentemente immobile dei due americani.

Le tre tracce contenute nell'EP Landing accentuano invece la deriva organica dell'elettronica di Deupree intrapresa con "Northern". Musica costruita su chitarre elettriche e vecchie tastiere analogiche che risplendono intorno a melodie tra le più solari mai scritte dal musica americano.

Sulla falsariga della collaborazione con Chartier si muove anche quella con Christopher Willits pubblicata nel 2007 con il titolo di Listening Garden. Ad occuparsene sempre la Line, la sorella della 12k. Elementi di musica concreta si uniscono alle discrete improvvisazioni dei due musicisti e ai suoni registrati in tempo reale all'interno del Yamaguchi Center for Arts and Media di Yamaguchi, in Giappone, nel giugno del 2004.

Prima della fine del 2007 Deupree pubblica un'altra collaborazione, questa volta con il vecchio amico Savvas Ysatis, conosciuto per i suoi dischi techno su Tresor: The Sleeping Morning è forse il disco più pop pubblicato da Deupree nel nuovo millennio e i ringraziamenti al buon cibo e alla grappa contenuti all'interno del libretto del cd rendono bene l'idea del clima amichevole in cui sono nate le cinque tracce del disco.

Il 2008 si apre con la pubblicazione di due live: il primo, Live in Melbourne è uno spit diviso con Seaworthy e Solo Andata; il secondo, May, è la registrazione di un concerto tenuto con Kenneth Kirsschner durante l'OFFF Festival di Lisbon, il 9 maggio del 2008. I due musicisti si conoscono alla perfezione e le loro improvvisazioni sono così calibrate da sembrare sincronizzate. Un solo brano lungo trentasei minuti che raggiunge le vette di intensità della migliore musica di Taylor Deupree.
Sea Last è una pubblicazione molto importante per Deupree. Musicalmente si tratta di un brano di appena 18 minuti che non aggiunge niente di nuovo alla tavola dei colori del musicista americano. E' la confezione il pezzo forte: un libro di fotografie di una spiaggia di Venice, in Florida, dove Deupree è stato in vacanza fin da piccolo. Fotografie scattate all'alba, con la spiaggia deserta, con la sensazione che anno dopo anno qualcosa stava cambiando. L'opera è limitata ad appena 238 copie e venduta a non meno di 135 dollari.

Dopo un nuovo live, Live1: Mapping, venduto all'inizio del 2009 solo in formato digitale (mp3 e flac) Taylor Deupree pubblica nella primavera dello stesso anno un 7" trasparente, Wetaher And Worn, a dimostrazione di come il supporto fisico alla sua musica sia ininfluente ma allo stesso tempo necessario.

Arriva in estate la collaborazione con Stephan Mathieu, un ulteriore passo all'interno dell'universo analogico. Mathieu ha costruito un sistema per dar voce ai vecchi cilindri precursori dei grammofoni attraverso l'utilizzo di specifici microfoni. I suoni così catturato vengono processati via computer senza perdere le proprietà originali di deterioramento: qualità di 'angelica eleganza' per usare le parole di Will Long dei Celer. Deupree ha infine aggiunto ai suoni di queste trascrizioni quelli dei suoi sintetizzatori analogici, creando drones avvolgenti e leggere increspature ritmiche. Il risultato è ammaliante e non troppo lontano dai loop disintegrati di William Basinski.


Prima della fine del 2012 Taylor Deupree pubblica Faint, una raccolta di musica ambient che continua il processo di deterioramento delle strutture digitali delle sue composizioni. Il suono del musicista americano è diventato con gli anni sempre più caldo e avvolgente: “Dreams Of Stairs”, la seconda delle cinque tracce in scaletta, è un mantra circolare che si trascina in un labirinto foderato d'ovatta. La cura nei dettagli è maniacale: a tratti sembra di ascoltare il respiro delle foglie. Taylor Deupree ha imparato a modellare il silenzio in sospiri invisibili. 
Sulla stessa lunghezza d'onda la bella collaborazione con l'australiano Cameron Webb (alias Seaworthy), Wood, Winter, Hollow. Con una chitarra acustica passata attraverso una montagna di filtri digitali, una chitarra elettrica spogliata di ogni effetto e un metallofono rubato ai Sigur Ros, Cameron e Deupree hanno disegnato melodie capaci di scaldare in pochi secondi l’ambiente. E sotto ogni cosa hanno lasciato un brulicare di field recordings per descrivere con una ricchezza incredibile di dettagli lo scorrere del tempo.
La musica di Taylor Deupree è ormai lontana anni luce dalle architetture sintetiche dei suoi primi lavori.

Nel 2013, il proprietario della 12k incontra Ryuichi Sakamoto. I primi contatti tra i due musicisti risalgono a qualche anno fa ma è stato un concerto organizzato da John Zorn nel suo club newyorkese The Stone a farli incontrare fisicamente. Durante la sera del 27 aprile del 2012 sono stati gettati i semi della futura collaborazione. Una delle cinque tracce in scaletta di Disappearance, “This Window”, proviene proprio da quel concerto. Le altre quattro tracce sono state registrate nello studio di Sakamoto a New York, città dove entrambi i musicisti vivono. Il padrone di casa ha suonato il pianoforte e si è occupato anche di alcuni strumenti elettronici. Deupree, invece, ha portato alcuni sintetizzatori, una chitarra acustica, e qualche vecchio nastro magnetico.
“Jyaku”, la prima traccia in scaletta, mostra subito pregi e difetti del progetto: Deupree organizza la sua caratteristica piccola orchestra acustica, sfregando percussioni e le corde di una chitarra, cercando di creare le basi per una storia da raccontare; Sakamoto all'inizio si limita a stendere un cupo drone, poi comincia a distillare grappoli di note come fossero gocce di rugiada al mattino. Un'atmosfera melanconica e intima prende subito il sopravvento, creando una sorta di filo conduttore per l'intero album. Tant'è che ci si ritrova con minime variazioni sulla seconda traccia, “Frozen Fountain”, dove l'atmosfera diventa ancora più rarefatta.
La registrazione allo Stone è emblematica: Sakamoto improvvisa suonando poche note che sembrano provenire da una delle sue colonne sonore; Deupree cerca di costruire con rumori e scampoli di drone un viale lastricato per l'improvvisazione del giapponese. Ma i due sembrano incontrarsi ben oltre la boa di metà brano, dopo aver suonato in punta di piedi, ognuno nel proprio mondo, mostrando un gran rispetto l'uno verso l'altro, ma anche un'incapacità a trovare un linguaggio in comune. La suggestiva ultima traccia in scaletta, “Curl To Me”, è arricchita dai suoi ultra-vividi di Ichiko Aoba, già collaboratrice sia di Sakamoto che di Deupree.

Time becomes a loop

Per diversi anni le delicate sperimentazioni di Deupree si sono mescolate a quelle di altri illustri comprimari, quasi volessero evitare il centro dell’attenzione per dialogare liberamente con altre analoghe, quiete manipolazioni sonore. Il ritorno alla dimensione solista avviene nel 2017 con Somi, il cui libretto cartonato raccoglie le fotografie astratte che ne hanno ispirato la controparte musicale.
Riducendo la strumentazione all’essenziale – un piano elettrico, un synth DX7 e un glockenspiel – Deupree abbraccia il suono acustico e lo distilla in tante piccole perle incise su un registratore per cassette portatile. Queste tracce parallele vanno poi a concatenarsi con loop attivati manualmente, così da creare spontanee intersezioni che appaiono subito come il risultato di un cauto procedimento aleatorio.
In una maniera simile a quella di molecole che reagiscono tra loro, le cellule sonore vanno a ripopolare un terreno fertile ancora grezzo, idealmente rappresentato dal lievissimo fruscìo dei nastri che scorrono tra le bobine. Così, come su una piastrina di laboratorio, i più recenti moduli generativi di Brian Eno abbozzano un'inedita comunione con le melanconiche polaroid di Benoît Pioulard.

L'ennesimo progetto progetto musicale di Taylor Deupree, Ohio, lo vede consolidare la collaborazione con l’amico Corey Fuller, in un sodalizio stretto già ai tempi dei Between. 

I due musicisti hanno esordito registrando tre lati di un doppio dodici pollici, "Upward, Broken, Always", divisi in nove brani di musica stellare: sintetizzatori, filtri, ma anche chitarre acustiche ed elettriche, accompagnate da montagne di feedback, e voce. Cercando nuovi sentieri al di fuori della canonica ambient (in cui  due musicisti eccellono) Deupree e Fuller sono finiti anche a rileggere l’Ohio di Damien Jurado.

Nel 2021 Deupree si dedica, col nuovo Lp Mur, sia alla rielaborazione del lutto per la recente scomparsa del padre, sia alla sua personale rivisitazione del pianismo ambient di Brian Eno, con cinque tracce lunghe e oniriche che richiamano chiaramente a quel mondo dilatato di musica per ambienti.
Che sia musica per aeroporti o per installazioni, è innegabile la qualità dei suoni dell’allievo Deupree, ormai a sua volta maestro per una nuova generazione di musicisti provenienti da ogni parte del mondo. Note di piano che si spargono in un mare calmo di synth e rumore bianco di fondo, in poco più di quaranta minuti di stasi emotiva che induce alla riflessione e tende a superare l’idea eniana di musica da non ascoltare per trasformarsi in musica da ascoltare per fermare, anche solo per un tempo minimo, l’inutile frenesia quotidiana.
Stasi e quiete per una musica che non cerca mai una melodia riconoscibile, ma è costantemente una sorta di brodo primordiale di note astratte che riempiono sia lo spazio circostante che la mente di ha il desiderio di uscire dalla corsa quotidiana verso il non senso. I brani di apertura e chiusura (“Mir” e “Mar”) sono i più lunghi e i più riusciti, il primo tipicamente eniano, il secondo che infine cede a distorsione elettroniche inquiete.
Deupree si conferma protagonista di primo piano della scena elettronica odierna, mantenendo fede ai propositi che hanno da sempre segnato la sua carriera che ha esplicato nelle sue celebri 12 regole. In questo caso direi che la regola 8 è la più adatta a descrivere “Mur” (“Non cercare mai di innovare, sii fedele a te stesso e l'innovazione potrebbe arrivare”).

Contributi di Valerio D'Onofrio ("Mur")

Taylor Deupree

Discografia

TAYLOR DEUPREE
Thesecretnumbertwelve (1997, 12k)

Tower Of Winds (w/ Savvas Ysatis) (1998, Caipirinha)

Polr (2000, Raster Noton)

.n (2000, Ritornell)

Active/Freeze (w/ Tetsu Inoue) (2000, 12k)

Continue (2001, Fallt)

Occur (2001, 12k)

Stil. (2002, 12k)

Post_Piano (w/ Kenneth Kirschner) (2002, Sub Rosa)

Balance (w/ Frank Bretschneider) (2002, Mille Plateaux)

After (w/ Kim Cascone + Richard Chartier) (2002, 12k)

(untitled) (w/ Christopher Willits) (2003, Audiosphere)

January (2004, Spekk)

Mujo (w/ Christopher Willits) (2004, Plop)

Post_Piano 2 (w/ Kenneth Kirschner) (2005,12k)

Live in Japan, 2004 (w/ Christopher Willits) (2005,12k)

Every Still Day (w/ Eisi) (2005, Noble)

Northern (2006, 12k)

1 am (2006, 12k)

Specification.Fifteen (w/ Richard Chartier)(2006, Line)

Landing (2007, Room40)

Listening Garden (w/ Christopher Willits)(2007, Line)

The Sleeping Morning (w/ Savvas Ysatis)(2007, 12k)

Live In Melbourne (w/ Seaworthy, Solo Andata)(2008, 12k)

May (w/ Kenneth Kirsschner)(2008, Room40)

Sea Last (2008, 12k)

The Piano Sketches (2008, .term)

Live1:Mapping (2009, 12k)

Weather And Worn (2009, 12k)

Transcription (w/ Stephan Mathieu)(2009, Spekk)
Shoals (2010, 12k)
In A Place Of Such Graceful Shapes (w/Marcus Fischer)(2011, 12k)
Faint (2012, 12k)
Wood, Winter, Hollow (2013, 12k)
Origin (w/ Savvas Ysatis) (2013, 12k)
Disappearance (w/ Ryuichi Sakamoto, 12k, 2013)
Captiva (w/ Stephen Vitiello, 12k, 2014)
Lost & Compiled (12k, 2014)
Live (w/ Ryuichi Sakamoto, ThirtyThree, 2015)
Perpetual (w/ Ryuichi Sakamoto & Illuha, 12k, 2015)
Twine (w/ Marcus Fischer, 12k, 2015)
Somi (12k, 2016)
Fallen (Spekk, 2018)
Fridman Variations (w/Stephen Vitellio, 12k, 2019)
Mur (Dauw, 2021)
APROTOTYPE 909 (with Jason Szostek & Dietrich Schoenemann)
Acid Technology (1993, Sonic)

Live ’93-‘95 (1995, Sonic)

Transistor Rhythm (1995, Sonic)

Joined At The Head (1997, Caipirinha)

HUMAN MESH DANCE
Hyaline (1993, Instinct)

Mindflower (1994, Instinct)

Thesecretnumbertwelve (1997, 12k)

SETI (w/ Savvas Ysatis)
Seti (1994, Instinct)

Pharos (1995, Instinct Ambient)

Ciphers (1996, Instinct Ambient)

ESCAPE THANK
Escape Thank (1995, Instinct Ambient)

ARC (with Savvas Ysatis)
12k (1996, Radical Ambient)

Arc vs. Tiny Objects In Space (1997, 12k)
FUTIQUE (w/Savvas Ysatis)
Luv Luv (1996, Instincy Ambient)

Paging Mr. So-And-So (1997, Shadow)

Go Low (2000, Shadow)

RANCHO RELAXO ALL-STARS….
UNIT PARK (with Dietrich Schoenemann)
Trailer Park (1997, UCMG New York)

DRUM KOMPUTER (with Dietrich Schoenemann)
Alphabet Flasher (1998, 12k)

OHIO (with Corey Fuller)
Upward, Broken, Always (12k, 2019)
Interludes (12k, 2019)
Pietra miliare
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Sito ufficiale della 12k