Direttamente da Capri, isola del golfo di Napoli, arriva il nuovo capitolo artistico dei due coniugi musicisti californiani Long, in arte Celer: Will Thomas e Dani Baquet, scrittore e insegnante lui, musicista e poetessa lei. Assieme, redigono una sorta di memoriale sonico in ventinove passi, ventinove come pagine, come giorni di mese trascorsi.
I Celer confermano la prolificità di un percorso affascinante e peculiare, registrando anche in vacanza: mai avrebbero potuto rinunciare a una storia simile, ché di simili non vi sono.
Un senso ancestrale e inviolato è riportato dalle lunghe stasi e dai riposi, dai silenzi eterni e gli slanci fervidi e improvvisi, operati dalle manipolazioni digitali. Imitazioni aderenti che corrono negli spazi, a scandagliare calli e grotte e a investigare l’isola sin dentro la roccia.
“Capri” è il nuovo approdo ma anche la sintesi ideale del trascorso di Will e Dani; un vissuto fatto di viaggi e resoconti artistici, di esibizioni-installazioni digitali e numerose diffusioni in Cd-r per label indipendenti.
Nei ventinove quadri, quasi senza stacchi, che compongono il lavoro, simulacri di drones aleggiano costanti, si animano e si levano pieni quanto più semplificati. Field recordings e corni, strings e chitarre acustiche, tesi in crescendo distillati d'armonica intensità ed esatti trapassi cromatici, risaltano controluce, trasmettono stati di tensione psicologica. Evocano il contrasto formale tra la cuspide, la superficie rocciosa dell’isola e il nucleo intimo e malleabile, formicolante di vita.
Una complessa e tenace singolarità sorge sul piano del ritmo e del respiro. E’ intimamente riportata, via “slowly evolving melodies”, la costante vista del mare che circonda e definisce ariosi paesaggi solari (dai “mild and summery feelings”); il trasporto del vento, i suoni e i silenzi della natura e dell’uomo in un sospeso arcano di magia e desolazione. Come un costante mimetico di torpido e decadente, di etereo e solitario, di anomalo e ordinario.
“Capri” è un diario musicale articolato e intenso, come un ininterrotto stream “puntinista”, sviluppato in latitudine e profondità e indagato in fonde tessiture ambient a mo' di fasci di luce solare, che non mettono in risalto vedute ideali, ma un totale più intimo e molteplice.
12/05/2009