Villagers

Fever Dreams

2021 (Domino)
chamber-pop

Il quinto album in studio registrato da Conor O'Brien insieme ai suoi Villagers ritrae in musica un processo conoscitivo continuo e dagli sviluppi impredicibili. Si tratta di un viaggio di profonda introspezione, ma anche di apertura percettiva verso il circostante. "The more I know, the more I care" recita, in più occasioni, il cantautore. È però una ricerca che procede senza una meta prestabilita, andando quasi a tastoni nel buio dell'ignoto e di una dimensione spirituale sepolta e dimenticata nel febbricitante pulsare di una società contemporanea sempre più iperconnessa. E così anche le rivelazioni tendono a giungere improvvise, inaspettate, ma cariche di sentimento e stupore. In "Song In Seven" è infatti occasione di estasi sensoriale una nuotata nella notte stellata del Mare del Nord, accarezzata dal soffiare della brezza che richiama lo sguardo su in alto, verso il firmamento:

There was a pattern in the sky
And it took me so high
And the waves at my feet
In the warm North Sea
And it cut me so deep
And it cut me so deep
And it cut me so deep
Grazie agli arrangiamenti pieni e ricchi di dettagli, specialmente nei momenti di crescendo e di ascesi mistica, un senso di incantata contemplazione del cosmo si respira in tutto "Fever Dreams". Il pezzo più lungo del disco, "So Simpatico", si espande e si rigonfia in una coda strumentale avvolgente nella sua ricchezza armonica. Le diverse ballate, pianistiche o chitarristiche, sono adornate da archi e tappeti di tastiere. Ma è "The First Day" l'esempio più riuscito di questa nuova dimensione sonora costruita dai Villagers. Posta proprio in apertura d'opera con funzione introduttiva, la canzone musica un vero e proprio battesimo dei sensi, un momento di svolta orchestrato come un moderno alleluia imbevuto di dream-pop.

Anche le liriche si focalizzano su poche immagini e su uno stile più essenziale, cercando l'impronta simbolica efficace, piuttosto che un'affabulazione articolata. Unica eccezione - e ritorno a una metrica inizialmente più concitata - è la multiforme "Circles In The Firing Line" dove, in più di sei minuti, l'apparentemente ineludibile circolarità di un destino rovinoso trova poi una via di fuga centrifuga in un assolo di chitarra elettrica e in un'improvvisa svolta pop-punk.

Nonostante sia privo di un pezzo a presa immediata come "A Trick Of The Light" o manchi della visceralità delle laceranti confessioni di "Darling Arithmetic", "Fever Dreams" si conferma essere un'altra riuscita raccolta di canzoni e, soprattutto, una nuova sperimentazione e metamorfosi cantautorale. È un disco da meditare con gli ascolti: si insinua sottopelle e trasuda un amore sincero per la vita vissuta in comunione con l'Universo e con tutti gli altri esseri viventi. E, anche se la sua è una ricerca in costante movimento, Conor di una cosa, più di ogni altra, appare certo: a volte basta davvero fermarsi un momento e guardare lassù in alto, di notte, verso quella galassia lumeggiante che ci circonda, per essere trafitti da un commosso e vibrante senso di meraviglia e sentirsi vivi.
When tragedy brings us a melody
Your majesty hits like a dart
Deep in my heart
(da "Deep In My Heart")

27/08/2021

Tracklist

  1. Something Bigger
  2. The First Day
  3. Song In Seven
  4. So Simpatico
  5. Momentarily
  6. Circles In The Firing Line
  7. Restless Endeavour
  8. Full Faith In Providence
  9. Fever Dreams
  10. Deep In My Heart




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