So Beast

BRILLA

2023 (La Tempesta / Needn’t / BlauBlau)
avant-trap, art-rock, electro-psych

In between, sometime, somewhere/ Not there/ Not here/ Not you/ Not me

Di certi album ti innamori ancor prima di premere play. Capita quando una copertina ti colpisce, un titolo ti suggestiona o qualcuno te ne parla bene. In quei casi scatta una strana forma di feticismo, nell'accezione antropologica del termine: inizi a venerare un oggetto a cui attribuisci facoltà magiche, proprio in virtù del fatto che ti è sostanzialmente ignoto. Mi è capitato infinite volte, l'ultima delle quali con un brillante duo bolognese.
Da qualche tempo in città non si parla d'altro: dai punk ai fighetti, ho sentito pendere i So Beast dalle labbra più insospettabili. Si fa riferimento a concerti devastanti, a una personalità artistica fuori dal comune, a una prossima mossa discografica che promette faville. La pulce nell'orecchio si è presto tramutata in un elefante. Mi decido così a sintonizzarmi sulle loro frequenze, scoprendo che c'è già un antipasto del disco in uscita. Parte "Screenlight" e sono ko: inguainata in un vischioso autotune, una voce affamata d'aria si dibatte in un balbettante poliglottismo, affastellando visioni enigmatiche, ricordi idilliaci, profezie angoscianti. Una cartolina da un'apocalisse più presente che mai, spedita con foga da predicatore in lacere vesti trap.

Non faccio in tempo a riprendermi che mi centra in piena fronte il secondo estratto. Il mood è agli antipodi: "Apparently" dardeggia euforia come un sole allo zenit, un bislacco art rock in technicolor che fa sognare dei Fiery Furnaces virati hyperpop. Parliamo della stessa band? Sì, perché un tratto comune è ben evidente: tutto sembra fuorché la solita sbobba. Questa roba brilla come un diamante, come un'onda in un mattino estivo, come un esplosivo.
"BRILLA" è difatti anche il titolo della raccolta. Il doppio senso è strepitosamente funzionale a descrivere la musica: Katarina Poklepovic e Michele Quadri sono brilli di vita, e nella loro ubriachezza elettronica vogliono godere lo splendore di un istante meraviglioso. Lo fanno a modo loro, a suon di cacofonie, breakbeat, glitch, ma anche raggianti aperture melodiche e deliziosi abbandoni screamadelici.
È un ponte intergalattico tra la Berlino di Tangerine Dream e Ash Ra Tempel e la Brooklyn di Animal Collective e Tv On The Radio, con in mezzo sentori cLOUDDEAD ("Eyes Of The Satellite"), estatico minimalismo ambientale ("SHINE"), reggae strafatto ("Walkhigh") e synth-pop di scuola Human League ("Magic Hills"). Dominano plugin e controller, ma sanno farsi spazio anche chitarre acustiche ("Raw Edge") e addirittura un torbido sabba alla Amon Düül ("Inadattabilità"), mentre l'anthem Butler-iano "Street Inside" si potrebbe intonare allo stadio.

La tensione, l'urgenza, il respiro internazionale, la poesia di strada che anima queste 11 tracce è qualcosa che mozza il fiato. I So Beast parlano in quattro lingue diverse di loro, di noi, di qualcosa che abbiamo davanti agli occhi ma allo stesso tempo deve ancora materializzarsi. Erano anni che non riscontravo così tanto talento a così pochi chilometri da me. L'aspettativa era decisamente ben riposta, e ora non mi resta che tuffarmi nella loro frastornante piscina al neon. Urlando. Ridendo. Brillando.

You know we're not far from the end

29/03/2023

Tracklist

  1. Dark
  2. Screenlight
  3. Eyes Of The Satellite
  4. Apparently
  5. AIR
  6. SHINE
  7. Walkhigh
  8. Raw Edge
  9. Magic Hills
  10. Inadattabilità
  11. Street Inside




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