Squid

O Monolith

2023 (Warp)
alt-rock, art-punk, elettronica

Passatemi un filo di autoreferenzialità, lasciatemi che vi citi la mia recensione di "Bright Green Field", il primo Lp degli Squid uscito nel 2021 per Warp. La concludevo dicendo che il disco gettava le basi per una carriera solida e dalle rotte imperscrutabili. Dopo aver ascoltato "O Monolith", posso dire che non mi sbagliavo.
Per tantissimi versi ci troviamo davanti a un oggetto musicale completamente diverso da quello che lo ha preceduto. Anzitutto, e la cosa desta un piacere inconscio, la band appare ora slegata una volta e per tutte dall'universo asfittico del neo-post-punk inglese. Certo, alcune movenze catatoniche della voce di Ollie Judge, il talentuoso leader carismatico e anche batterista della formazione di Brighton, rimandano inequivocabilmente al post-punk mancuniano, ma è solo un angolino di un universo molto più complesso.

Gli otto brani di "O Monolith" sono caratterizzati da una varietà di soluzioni stilistiche decisamente maggiore di quella che incontravamo nel suo predecessore. I ragazzi di Brighton hanno lavorato tantissimo anche su solidità e coerenza concettuale, due caratteristiche che fanno apparire il loro disco come un incubo post-radioheadiano, coeso, ossessivo e fortemente radicato nelle ossessioni del presente. "All those cameras from up high/ They make you all look grey", recita ad esempio l'orwelliana "The Blades" tra tintinnanti intermittenze elettroniche di casa Warp prima che una chitarra carica di furia e distorsione faccia irruzione e incendi tutto.
La grande attenzione degli Squid alla contemporaneità musicale, oltre che tematica, passa per l'inclusione nel sound di "O Monolith" di reminiscenze new jazz. Il sassofono fa capolino in diversi brani: nel delirante finale di "Devil's Den", a coronare il numero punk-funk à-la DFA "Undergrowth", ad arricchire di ulteriori interferenze "After The Flash". Ma è anche la ritmica a risentire fortemente dell'influsso della scena londinese: prendete quel meraviglioso singolo di traino intitolato "Swing (In A Dream)", non è forse la versione compiuta dei bozzetti un po' irrisolti licenziati lo scorso anno da Thom Yorke e i suoi Smile?

Nervosi e poliritmici come sono gli Squid, ai tempi di "Bright Green Field" era difficile immaginare la loro versione downtempo. Eccocela, invece, servita in "Siphon Song", una cupa ballad per chitarra arpeggiata e voce, immersa in un mare digitale di vocoder ed effetti cibernetici assortiti. Anche qui la stasi è destinata però a durare poco e a finire inghiottita in un crescendo torreggiante di distorsioni e cori. Tutti i brani di questo secondo disco sono infatti pervasi da un senso di ineluttabilità, messo in musica mediante esplosioni cacofoniche, crescendo ottenebranti e dissolvenze fantasmagoriche. Quella di "O Monolith" è musica per tempi in cui anche la speranza ha fatto il suo tempo e il massimo che ci è concesso è uno spericolato giro di funk sulle macerie.

07/06/2023

Tracklist

  1. Swing (In a Dream)
  2. Devil's Den
  3. Siphon Song
  4. Undergrowth
  5. The Blades
  6. After the Flash
  7. Green Light
  8. If You Had Seen the Bull's Swimming Attempts You Would Have Stayed Away


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