A inizio anno i percorsi artistici di Akira Kosemura e Lawrence English si sono incrociati producendo due tracce raccolte in un'uscita digitale ideata per raccogliere fondi da destinare ai soccorsi per il terremoto che ha colpito il Giappone. Dando seguito a quell'esperienza, i due hanno realizzato un primo album condiviso per la rinomata Temporary Residence, approfondendo la ricerca di un pieno incastro delle rispettive cifre stilistiche che non fosse soltanto una mera giustapposizione di stilemi.
In verità, i primi tasselli creati a quattro mani andavano già in questa direzione, scegliendo di esplorare una combinazione di modulazioni ambient e partiture di stampo modern classical di certo non innovativa. Visto il peso degli autori in gioco, era comunque lecito attendersi risultanze tutt'altro che scontate e dall'impatto convincente. In effetti, la materia proposta in questa visionaria contemplazione atmosferica proiettata verso la volta celeste riesce a esprimere un notevole portato emozionale, ma a fare difetto è proprio l'assenza di una chiave di lettura innovativa, capace di dare maggiore slancio a una serie di composizioni che al netto di tutto viaggiano su binari convenzionali senza assumersi alcun rischio.
Paradossalmente, a tratti l'amalgama delle peculiari visioni sonore porta a un parziale depotenziamento delle stesse, lasciando che il pianismo elegante di Kosemura risulti fin troppo diluito in un brodo atmosferico poco incisivo. Manca poi qui la capacità di English di spingere al limite le proprie idee sonore generando ambienti d'ascolto profondissimi. Il flusso è certamente piacevole, ma non offre particolari prospettive, determinando un itinerario indifferenziato, privo di apici, nel quale si rimane intrappolati registrando pochi passaggi dei momenti migliori ("Crater", "Thela", "Mirroring Feldspar"). L'osservazione delle stelle sotto l'influenza della Luna avrebbe meritato qualcosa in più.
09/09/2024