A volte mi chiedo che futuro avrebbero potuto avere tante band italiane se fossero nate altrove. Provo a immaginare - ad esempio - se i Bravo, invece che eterni precari impossibilitati a rendere l’attività musicale più di un hobby dopolavoristico, avessero conosciuto i propri natali, che so, in California. Ed è proprio un “worst future” quello che il trio punk-rock laziale annuncia sin dal titolo del proprio terzo album, catalizzatore di ulteriori evoluzioni stilistiche. “Greetings From The Worst Future” lascia infatti entrare inedite influenze, a partire da una certa fascinazione per la scena alternativa anni Novanta. Le numerose linee di chitarra, che si accomodano sulla robusta sezione ritmica, mostrano un’attitudine e un’attenzione ai dettagli non certo comuni fra le formazioni di area punk, frutto anche delle opportunità (da leggere come: non avere più limitazioni di tempo) fornite dal nuovo studio di proprietà del cantante e chitarrista, Luca, Loops Studio, che si sta rendendo promotore della produzione di numerosi dischi del circuito romano più sotterraneo.
La scrittura è sempre stato un punto a favore dei Bravo, e in “Greetings” si intercettano soltanto conferme, grazie a dieci tracce iper-energetiche che filano come proiettili. I riferimenti più ovvi restano Weezer e primi Green Day, ma anche Alkaline Trio e Bracket, gruppi meno incensati pur se di indiscutibile valore. Attraverso un ascolto attento, ora non è troppo complicato rintracciare ulteriori, decisive influenze post-grunge dietro una traccia come “Voodoo Tales” (ci sento pure qualcosa dei Linkin Park, ma potrebbe trattarsi di una mia allucinazione personale), così come la costante presenza del santino di J Mascis e dei suoi Dinosaur Jr. nel solo di “Rampant Growth” (interessante la scelta di aprirla con una lunga frase di batteria), negli impasti sonori di “Unknown” e negli accenti chitarristici di “Breakdown”. “Upside Down” decide invece di scorticarsi nell’indie-rock più aguzzo, con la voce che si pone alla ricerca di nuove vie espressive.
“Greetings From The Worst Future” è stato anche l’occasione per re-incidere da capo un paio di canzoni già edite, “Where Did You Go” e “Guru Meditation”, sontuosa prestazione che si pone fra i Pearl Jam di mezzo (occhio a cosa accadeva in “Insignificance”, da “Binaural”, al minuto 3’47’’) e gli Sparklehorse di “Someday I Will Treat You Good”. Restano intatte ricerca dei suoni e un’innata attitudine melodica, che rendono la proposta Bravo quasi “inusuale” nel proprio contesto di riferimento. Il disco esce marchiato da doppia etichetta, l’italiana Dinomite e l’inglese Cat's Claw. Ora via col tour, confidando in un futuro denso di soddisfazioni.
12/11/2024