If I was an Nba player, I'd be Dillon Brooks, but worse
Dopo aver diviso "
Scaring The Hoes" (2023) con
Danny Brown, Barrington DeVaughn Hendricks
alias JPEGMAFIA pubblica un quinto album, "I Lay Down My Life For You", innervato della solita passione per il rumore e l'assordante miscelata a una forte componente rock e
heavy metal (anche estremo, ad ascoltare il finale di "Jihad Joe").
La chitarra elettrica squarcia l'arrangiamento di "I Scream This In The Mirror Before I Interact With Anyone", rappata con l'intensità di un
De La Rocha d'epoca, "Sin Miedo" si attarda persino in un assolo metal: è un nuovo contesto in cui snocciolare testi al solito densi e imprevedibili, affollati di deviazioni e immagini vivide. Non è però solo il suo album rap-rock-metal, perché si torna a lidi più familiari, cioè caleidoscopiche misture
hip-hop senza precisi confini stilistici, poco dopo:
vintage e
jazzy in "I'll Be Right There" e ossessivamente ballabile nella disorientante "It's Dark And Hell Is Hot".
L'assordante finale di "New Black History" (featuring Vince Staples) e la lugubre "Don't Rely On Other Men" (featuring Freaky), con momenti di massimalismo tra il sinfonico e il cacofonico, riportano però all'anima rock dura e pura, con un brano intitolato non a caso "Vulgar Displays Of Power" (una citazione dei
Pantera).
I numerosi brani del disco trovano nella più lunga "Exmilitary" un punto focale, al centro della scaletta: qui JPEGMAFIA cita indirettamente nel
sample il
Wu Tang Clan ma anche (nel titolo) i
Death Grips, ricordando da vicino le avventurose creazioni emotive del suo idolo
Kanye West ai tempi di "
The Life Of Pablo".
Se però la fantasiosa idea di hip-hop rumoroso praticata in molti brani, compresa "JPEGUltra!" con
Denzel Curry, è qualcosa di sostanzialmente acquisito, le vampate di chitarre e batteria pestona sono sostanzialmente stravaganze che strapazzano un po' il
sound multiforme del titolare senza approdare a chissà quale nuovo territorio sonoro e funzionando soprattutto per bilanciare momenti più raccolti, persino spirituali e introspettivi, come l'ultima parte dell'album.
JPEGMAFIA vive di contraddizioni e "I Lay Down My Life For You" lo certifica ancora una volta, procedendo in modo incoerente ma anche bruciando di energia creativa, come pochi altri sanno fare. L'ascolto integrale non è semplice da metabolizzare, tra un momento di riflessione e una schitarrata al massimo volume, una preghiera che si contrappone a qualche
beat esaltante e aggressivo o altre improbabili giustapposizioni. Alla luce della sua notevole carriera, non è neanche uno dei suoi album maggiori, ma comunque porta avanti un percorso d'eccellenza, che ancora scalpita alla ricerca di contaminazioni nuove e traiettorie atipiche. Molto meglio questa pseudo-svolta rock di tante altre, seppure l'amico Danny Brown riuscì assai meglio a trasformare una stravaganza in un album da ricordare con "
Atrocity Exhibition".
Alright, that's it
I'm done, I finally finished this shit
Finally, I've been workin' on this shit for a long time
16/08/2024