Leprous

Melodies Of Atonement

2024 (Inside Out)
art-rock, prog-metal

Calling, tried to fly, I'm
Falling, oncе again
Taken, how can I be
Mistaken, oncе again
L’assenza del violoncellista e violinista Raphael Weinroth-Browne è una delle grandi differenze che caratterizzano l’ottavo album dei norvegesi Leprous, un “Melodies Of Atonement” in cui il contributo degli archi è compensato da un ruolo maggiore dell'elettronica, a spingere il sound verso lidi oscuri e meditabondi, ma anche da una ritrovata verve metal, pur declinata secondo uno stile ricercato ed elegante. Le dosi di orchestrazioni e dissertazioni esistenziali di Einar Solberg, cantante che ha preso il controllo de facto della formazione ormai da “Malina” (2017), si sono ridotte dopo una serie di album sempre più astratti, depressi e ansiogeni.

“Silently Walking Alone” non è meno cupa ma quantomeno sono ricomparsi l’energia della chitarra e il gusto per il groove che instilla tensione: è un art-rock che torna a dimostrare una discendenza prog-metal. Non è da meno “Atonement”, con una chitarra quasi funk a contrastare tastiere gotiche combinate per costruire un’idea elaborata di canzone.
Certamente Einar Solberg cerca ancora spazio per le sue preghiere notturne ma, come dimostrano “My Specter” e “I Hear The Sirens”, ora a questi momenti di raccoglimento si alternano più muscolari meccanismi metal, asimmetrici e ricercati e, nella più robusta e movimentata “Like A Sunken Ship”, arriva anche un furioso growl al culmine di un crescendo che riconduce, non senza nostalgia, dritti al capolavoro “Congregation” (2015).

La seconda metà dell'album conferma l’impressione che “Melodies Of Atonement” abbia tolto qualcosa alla centralità della voce, invero altamente espressiva e più a suo agio che mai sugli alti, del frontman Solberg, lasciando riaffiorare in “Limbo”, con un finale turbinante, la rabbiosa bestia di un tempo.
Certamente c’è una sovrabbondanza di acuti e di cori in “Faceless”, uno show del cantante che sfocia nell’autoerotismo, ma il trittico finale conferma un maggiore equilibrio, con un curioso assolo di chitarra sulla doppia-cassa da segnalare nel finale di “Starlight”, un battito ballabile in “Self-Satisfied Lullaby” e una conclusiva fiammata di rock maestoso nel finale di “Unfree My Soul”.

“Melodies Of Atonement” è finalmente un album che appartiene più ai Leprous che al solo cantante, a differenza dei due precedenti. Questo, tuttavia, non significa doverlo accettare come perfetto: un impianto melodico che raramente diventa comunicativo e memorizzabile, qualche lungaggine canora e una certa tendenza a tornare, pur con alcune differenze, sugli stati d’animo già esplorati ampiamente in passato sono tutti elementi che riducono lo spessore dell’album.
È, dunque, un gradito ritorno, ma ancora il frutto di una seconda parte di carriera che, tra eleganti esplorazioni compositive e difficoltà psicologiche del cantante, non ha ancora trovato un suo punto d’arrivo. Sperando che l’espiazione del titolo sia avvenuta, ora è tempo di rinascere.

18/09/2024

Tracklist

  1. Silently Walking Alone
  2. Atonement
  3. My Specter
  4. I Hear The Sirens
  5. Like A Sunken Ship
  6. Limbo
  7. Faceless
  8. Starlight6
  9. Self-Satisfied Lullaby
  10. Unfree My Soul




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