Discord everywhere, fuck all the feedback
Hit snooze like I’m bound to repeat that
Chained up shoes, Co2 in the CPAP
Can i break free of the regrets?
Or is it my fate to be dead set?
Maybe it's all part of a cheap laugh
A vederlo così nello scatto in copertina, pieno di sé, con quel giubbotto un po’ da nerd anni 90, mentre maneggia come un mago due laser di un videogame futurista in quella che sembra l’entrata di una discoteca, Marcus Drake, da Chicago, dice tutto o quasi sulla sua prima opera, il cui titolo, “Save Point 1”, è peraltro tutto un programma. Già, perché il polistrumentista americano, all’attivo come Giamarcus nel 2015 con un solo Lp squisitamente elettronico, “Our Enemy Is Never What It Seems”, per il suo esordio amplia definitivamente l'orizzonte, proiettandoci in un universo parallelo dove è possibile incrociare i Klaxons mentre duettano con Alan Palomo o DM Stith.
Insomma, un macrocosmo surreale, denso di sfaccettature che puntano tanto all’electro-pop più spiritato, quanto al progressive-pop. Un primo punto di salvataggio che è innanzitutto un’ancora scivolosissima e dunque inafferrabile. Perché nelle canzoni di Marcus Drake non c’è traiettoria che non assecondi la fantasia di un amante dell’universo videoludico meno giocabile, così come della pc music e dei synth in generale.
Preceduto da anni di intensa preparazione, il debutto di Marcus Drake è un disco dunque assai mutante. E soprattutto un concept totalizzante su quello che potrebbe essere il pop nei prossimi anni. O, meno ambiziosamente, su ciò su cui il musicista dell’Illinois punta per emergere dal fatidico underground. Un futuro possibile e, stando alle sue stesse parole, “riassemblato secondo le leggi della meccanica musicale quantistica”. “Save Point 1” potrebbe infatti in buona parte sfuggire a cataloghi di convenienza, al netto delle ispirazioni che Drake cita: Nine Inch Nails, Prefab Sprout, Nobuo Uematsu (il compositore del videogioco "Final Fantasy"), Animal Collective, Prince, The Mars Volta e Lil Ugly Mane. Della serie: altro?
Se nel 2017, Drake aveva già messo tanta carne sul fuoco a nome Anthony Fremont's Garden Solutions, così come in tante collaborazioni, come quella con Nnamdi Ogbonnaya, nel tempo è poi emersa gradualmente la sua vocazione di compositore visionario di colonne sonore per film e video, tra cui il cortometraggio “Thoron The Conqueror” di Adult Swim. Esperienze che in “Save Point 1” vengono decodificate attraverso quattordici canzoni art-pop in costante fibrillazione, atte a quantificare un’opera in cui riff math-rock e tastiere fosforescenti danzano all’unisono, come nelle pieghe di “Heaven's In The Rot (Director's Cut)”, mentre minaccia di agitare la muffa per smascherare il pane. E in cui i King Crimson di “Discipline” incontrano la drum and bass (“Doomsday Serenade”), tra Armageddon ed epidemie. C’è poi una suite divisa in due parti, "Haunted", attraverso la quale Marcus Drake fa incetta di filantropia postpostmoderna, esaltandosi in una catarsi pianistica che muta in digressione art rock nella seconda metà, con i consueti stop&go impossibili da decifrare.
Mentre si è a bordo di questa scheggia impazzita che svolazza da una parte all’altra del magnete, spuntano anche momenti di stasi apparente, come “Train Track Pillowcase”, ballata electro-pop dalle parole ancora una volta criptiche solo a metà. “Snorting something off the breast of kingdom come. I'm on track to stop a train just to make this all fade out”, canta Drake prima di fuggire via verso l’ignoto o più probabilmente nella sua stanza dei giochi.
“Save Point 1” è in definitiva uno degli “esordi” più irrefrenabili del 2024. Una magica e ludica follia.
22/12/2024