Richard Chartier - On Leaving

2024 (Touch)
ambient-noise, industrial, minimal
di Luca Giuoco
6.5

La superficie frastagliata e irregolare raffigurata in copertina è un'efficace rappresentazione grafica delle sensazioni percepite all'ascolto di “On Leaving”, disco firmato dal compositore e sound artist statunitense Richard Chartier, dedicato all'amico e collega Steve Roden, scomparso nel 2023.
Cinque tracce composte nell'arco di due anni - dal 2020 al 2022 - dal fascino informale e dal suono scarnificato, che confermano la costante dicotomia tra fenomeni timbrici statici e pulsanti, da anni cifra stilistica di questo autore.

La ruvida e rarefatta “Variance.1” è una glaciale esposizione di materica sostanza sintetica in cui pare essere del tutto assente qualsiasi intento figurativo, una vena pulsante in un groviglio di echi ritardati in minaccioso accrescimento. L'esteso capitolo di “Variance.2”, con il suo incipit costantemente dominato da bassi riverberati, suggerisce indagini in regioni psico-fisiche ai confini della realtà. In verità a emergere - e non solo in questa traccia - è soprattutto un certo autocompiacimento, che ha impedito all'autore di tagliare con l'accetta i troppi minuti necessari affinché avvenisse finalmente qualcosa di diverso dal rumore di uno scaldabagno. Per quanto possa sembrare paradossale, la capacità di sintesi rimane una qualità preziosa anche per quei compositori che si muovono in contesti radicali come l'ambient-noise. Flussi sonori simili probabilmente giacciono nelle viscere degli hard disk di diversi artisti e per molti di questi rappresentano tutt'al più materia grezza ancora da scolpire.

Si potrebbe obiettare che l'ambient, in tutte le sue ramificazioni stilistiche, richieda necessariamente tempi dilatati affinché l'atmosfera possa svilupparsi. Bisognerebbe però saper ascoltare ciò che si produce anche da una prospettiva differente.  I ciclici sussulti industrial di “Variance.3” ci ridestano dai fumi incolori (e soporiferi) del capitolo precedente, ma è solo in “Variance.4” che il disco esprime il suo potenziale: un basso penetrante, le cui frequenze si spingono ai limiti dell'udibile, calato all'interno di un'atmosfera angosciata e sospesa che evoca allucinazioni chirurgiche, bisturi, tavoli operatori. Siamo al cospetto della migliore sublimazione  della ricerca estetica perseguita da Chartier, nonché la più significativa per potenza evocativa. Stesso dicasi per la conclusiva “Variance.a”, finalmente capace di unire esigenza narrativa e rarefazione timbrica. Mostrando la giusta dose di pazienza, il disco ci ha infine ricompensati: le due tracce conclusive sono senza dubbio gli episodi migliori del lotto.

È indubbio che una ricerca come quella condotta da Chartier richieda da parte dell'ascoltatore il necessario livello di attenzione. Fermamente ancorato ai territori dell'ambient-noise meno accondiscendente, “On Leaving” è un'opera dal suono torbido e impastato i cui vasti ambienti e le ipnotiche frequenze liminali concorrono a renderla un'interessante esperienza ipnagogica, che tuttavia solo nella parte terminale acquista la necessaria forza espressiva. Se gli oltre 66 minuti di cui questo disco è composto fossero stati adeguatamente ridotti di almeno un terzo, la sua spettrale luminosità risplenderebbe di un fulgore ben più deciso.

27/07/2024

Tracklist

  1. Variance.1
  2. Variance.2
  3. Variance.3
  4. Variance.4
  5. Variance.a

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