Per Steve Wynn il nuovo album "Make It Right" è l'opportunità per poter tirare le somme di una vita dedicata alla musica. Un disco che si affida alla memoria e alla riflessione, e che non a caso fa da compendio alla pubblicazione della sua autobiografia, "I Wouldn't Say It If It Wasn't True: A Memoir of Life, Music, and the Dream Syndicate".
Incorniciato da due brani strettamente legati al vissuto di Steve Wynn - la prima traccia "Santa Monica" è dedicata alla città natia, mentre l'ultimo brano "Roosevelt Avenue" richiama il nome della strada dove attualmente risiede - "Make It Right" accantona quanto sperimentato e rinnovato con i Dream Syndicate, per riagganciarsi alle più intime escursioni da solista.
Ancora una volta Wynn si dimostra autore prolifico e versatile: le dieci tracce scorrono con una naturalezza e una classe impressionanti, e poco importa se la title track è una nuova versione di un brano già pubblicato come "Benedikt's Blues" nell'omonimo album del 2015.
Ognuna delle canzoni è uno spaccato del vissuto di Wynn, raccontato senza toni celebrativi o auto-compiacenti. "Make It Right" celebra i fasti del Paisley Underground esplorandone sia le esternazioni più gioiose ("You're Halfway There") che il lato più dolente ("Then Again").
Va riconosciuta a Wynn un'integrità artistica lodevole, a ogni tappa del suo tragitto artistico è sempre corrisposta un'autenticità che ha messo a tacere qualsiasi potenziale richiamo ad autori di elevato spessore. Il rock'n'roll di "Making Good On My Promises" è scarno e tagliente al pari dei migliori gruppi psichedelici anni 60 e 70, "Sampler Than The Rain" è pura poesia country-blues nello stile del miglior Bob Dylan, mentre in "Roosevelt Avenue" si aggira il fantasma del giovane Lou Reed, e c'è spazio perfino per incursioni nell'elettronica più acida della New York anni 80 in "What Were You Expecting", o per melodie amabilmente retrò e vintage nel grazioso boquet latin-lounge di "Madly".
A dispetto delle tante citazioni, "Make It Right" è puro Steve Wynn al 100%, abilmente e volutamente lontano dai clamori dei Dream Syndicate, ispirato e inossidabile più che mai. Una delizia per chi ancora cerca nella musica calore, personalità, talento e coerenza. Grazie Steve.
06/09/2024