La storia della musica country è al centro della nuova puntata di Rock in Onda, il programma condotto da Claudio Fabretti sulle frequenze digitali di Radio Città Aperta.
Dai pionieri storici ai protagonisti di oggi: attraverso il libro di Federico Romagnoli "Cento anni di musica country", ripercorriamo la storia di un genere dalle innumerevoli sfaccettature e spesso incompreso (almeno dalle nostre parti). Una selezione di 23 brani accompagnata dalle osservazioni del libro, per un polveroso viaggio tra gli innumerevoli sentieri in cui si è diramata la country music in un secolo di vita.
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Cento anni di musica country
“Cento anni di musica country” (Arcana, 2022) di Federico Romagnoli ripercorre la storia di un genere ricco, estremamente vasto, diramato, rimettendo le cose a posto. A cominciare dalle false credenze, dalle dovute precisazioni storiche, dalle radici, dagli scambi culturali, dalle prime incisioni, dalle strategie di Ralph Peer e dalle canzoni di Jimmie Rodgers. Romagnoli analizza l’autenticità del fenomeno. E invita, giustamente, a “diffidare di chi prova a vendere un prodotto artistico come autentico”, perché “alla prova dei fatti non lo sarà mai”. E va anche oltre, scavando negli effetti del capitalismo, come gli sponsor che (sub)entrano a gamba tesa e finanziano fin da subito le radio country negli anni 30.
Sono pagine necessarie, inserite opportunamente in un testo che mira, come ben esplica il titolo, a condensare per bene la musica country nel suo centenario. Menzione speciale, a tal proposito, merita la parte sociologica, che emerge nel capitolo “Il ruolo di Henry Ford e il problema del razzismo”, in cui l’autore sottolinea i conti da fare con alcuni messaggi lanciati all'epoca ma anche gli elementi positivi, come quello di “dare spazio e voce agli ultimi” della scala sociale. Per chi poi vuole orientarsi lungo il fiume prima di affrontare la cascata, c’è una lunga parte introduttiva rivolta alle correnti del country. Si va quindi dal bluegrass al rockabilly all’urban cowboy fino a giungere ai giorni nostri, ossia al bro-country.
Il cuore dell’opera non può tuttavia che essere la parte centrale del libro, in cui Romagnoli identifica e sviscera cento artisti country, elencati in ordine di debutto discografico. Citarne alcuni è d’uopo. Si va da Red Foley a Patsy Montana. E da Pee Wee King a Carl Smith a Patsy Cline, Carl Perkins e Johnny Cash. E ancora Emmylou Harris, K.D. Lang fino a giungere ai coevi Sturgill Simpson, Chris Stapleton e Morgan Wallen. Ad ogni scheda segue una raccolta consigliata. E in ogni piccola monografia ci sono elementi preziosi che dai singoli tratti compositivi passano all’eventuale notorietà. E abbondano anche aneddoti biografici celeri ma utili a delineare un quadro d’insieme. Romagnoli, in quanto profondo divoratore e conoscitore anche di musiche non anglofone, approfondisce suoni e stili individuando connessioni geografiche e potenziali interscambi. Assembla differenze tra gli uni e gli altri, e determina traiettorie a seconda dei casi.
Non mancano poi i “dimenticati”. Viste le proporzioni del country, l’autore ci tiene a specificare l’impossibilità di racchiudere tutto lo scibile del genere, e afferma che “Cento anni di musica country” nasce nel nobile intento di “consigliare gli autori che possano in qualche modo far intuire le forme e lo sviluppo del country”. Alcuni dei nomi mancanti sono dunque menzionati in un capitoletto a parte e a margine di tutto: “Gli esclusi”.
(Dalla recensione di Giuliano Delli Paoli di “Cento anni di musica country”).
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Bonus tracks 21. Johnny Cash – Folsom Prison Blues Base: Chet Atkins - Petite Waltz |