Sto per impazzire/ In che cosa consiste il TSO/ I canti di Maldoror/ E le logge nere del bitcoin/ Io sono un sintomo di produttività/ Anche se mi nascondo nell'infelicità/ Sono solo un'egoista/ Che si migliora con un balsamo anticaduta/ Amanti seduti distanti sulla stessa panchina/Si adoperano con avidità/ Vorrei solo trovare un difetto al mostro di Firenze
Poi ascolti meglio e scopri che si sta parlando di amori finiti. Di un primo bilancio esistenziale, di quelli che ti succedono a 24 anni e bruciano più che a 40. Nel primo album di Valerio Visconti
aka Visconti, classe 2000, cantautore e musicista dalla penna affilata, si era riversata in toni corrosivi l’esperienza della pandemia. Vi si respirava lo stesso avvilimento da desolazione indotta che ha caratterizzato i dischi di tanti giovani artisti in quel periodo. Ogni angolo dell’opulento Occidente risuonava della rabbia di un “DPCM”. Questo era il titolo, tutto un programma, del disco, pubblicato da Dischi Sotterranei nel marzo 2022. Ci sentivi la provincia, il post-punk, la lezione dei
Verdena e dei
Marlene Kuntz, più una certa urgenza a bassa fedeltà che ha attirato subito l’attenzione di molti, anche grazie a un 2023 ricco di appuntamenti live.
Ma diciamolo subito. Questo “Boy di ferro”, che arriva dopo una sventagliata di singoli in crescendo, “Wandervogel”, “Salsa rosa”, “Disordine”, “Sotto trema” e “Battesimo oscuro”, sta qualitativamente su un altro pianeta. La scrittura è cresciuta tantissimo, sia a livello liriche, sia nell’impianto melodico-armonico dei pezzi. In più di una occasione la scaletta lascia il segno e, oltre ai brani ascoltati, e apprezzati, nei mesi scorsi, saranno da citare almeno l'assalto baritonale di “Ascendente”, l'elucubrazione post-gotica di “Wicca”, quel misto impossibile di
broken beat e I Cani altezza
“Glamour” che è “CTIPP”, la fantasia post-
Pixies di “01010110”. Canzoni da metabolizzare con la dovuta attenzione, nobilitate dal perenne stato di grazia dell’aspetto testuale.
Andando invece a fondo della natura obliqua e imprevedibile dei suoni, si scopre che dietro la loro accattivante follia c’è anche la genialità di Fight Pausa, uno dei migliori
producer italiani in circolazione, l’altra metà, insieme a Palazzi d'Oriente, dell’ottimo progetto
72-HOUR POST FIGHT. L’alchimia che ne scaturisce, molto ben descritta dallo stesso autore in una
recente intervista realizzata su OndaRock da Claudio Lancia, affianca Visconti alle frange più interessanti del cantautorato italiano di ultima generazione e allo stesso tempo lo delinea come una figura a sé stante, capace di affrancarsi dai
cliché e forte di una poetica intensa e originale.
Da tenere d’occhio.
14/11/2024