Terzo album per la band di Chicago, a distanza di tre anni dal precedente "Emotional Creatures". "Tunnel Vision" riparte da dove c'eravamo lasciati: i Beach Bunny proseguono nella loro traiettoria, forti anche del consolidarsi dell'immaginario anni 90 e soprattutto 2000 che si fa strada nelle tendenze contemporanee. Così, insieme a loro, ci spostiamo nei college americani e nelle high school, per come li raccontano i film e i videoclip dell'epoca, nel mondo dei computer (oggetti ancora soprattutto per nerd), tra band che stanno in piedi con chitarra basso e batteria e suonano a feste piene di birra, scherzi in piscina e attese per il futuro.
La musica dei Beach Bunny può rientrare in quella macro-definizione di "college rock", che ne individua il contesto, e in quella più specifica di powerpop-punk: da un lato l'energia e l'immediatezza, dall'altro l'attenzione a melodie complessivamente leggere e molto cantabili. "Tunnel Vision" non riserva sorprese particolari, ma funziona bene, perché le canzoni ci sono e l'album rispetta quello che promette. Anzi, la tensione sottile tra una musica vivace e testi che si fanno via via più cupi riesce a proporre una versione attualizzata (e di conseguenza credibile) di quell'immaginario, rafforzato poi dai cartoni animati e dalle animazioni pixelate della parte visuale.
L'album si apre con "Mr. Predictable", pezzo riuscito che mostra chiaramente ciò che sentiremo; Lili Trifilio si rivolge a se stessa, ironizzando sul desiderio che il mondo sia costante e immutabile, contro la paura del cambiamento; lo stesso tema viene ripreso dalla traccia seguente, dalla prospettiva della protezione della pace interiore dalle ingerenze dell'esterno.
"Tunnel Vision", title track dell'album, è un brano molto ben fatto, in cui il ritornello si risolve in un riff di chitarra semplice quanto efficace; non a caso è stato uno dei singoli che hanno anticipato il disco, come pure la canzone successiva, "Clueless", nella quale la crescita e il cambiamento insieme alle paure portano anche novità e speranze.
"Vertigo", uscita già nel 2024, si distingue perché è forse la traccia meno solare e più nervosa; ancora la tematica di una crescita che non mantiene le speranze che prometteva, perché le incertezze della giovinezza non sono sparite. La preoccupazione si allarga alla realtà dei nostri tempi, alla violenza, al cambiamento climatico e al futuro cupo che si prospetta; il concetto prosegue nella successiva "Just Around The Corner", sulla morte del sogno americano.
La "visione a tunnel" è quella condizione in cui il campo visivo si restringe fino a far perdere la vista periferica; qui può indicare l'attenzione riservata ad analizzare la propria interiorità, ma anche, alla luce dell'allargamento delle tematiche degli ultimi brani, una società che non è più in grado di cogliere quello che di grave sta succedendo intorno. Ma senza andare oltre quello che rimane soprattutto un buon album di chitarre e melodie che funziona benissimo in contesti di socialità e ascolti più leggeri.
24/06/2025