Beirut - A Study Of Losses

2025 (Pompeii)
chamber-folk-pop

La storia dei Beirut è a volte simile a una favola, una favola non sempre a lieto fine, contrassegnata da alti e bassi che hanno messo a dura prova il leader della band, Zach Condon, una storia dove i capitoli fondamentali sono rappresentati dalla passione del musicista americano per il suono delle brass band europee e balcaniche, da un infortunio che lo ha costretto ad abbandonare la chitarra per un più maneggevole ukulele e da un inaspettato e meritato successo per una formazione che ha marchiato a fuoco la musica chamber-pop con l'album "Gulag Orkestar".

Dopo otto anni trascorsi a mettere ordine nelle personali problematiche mentali e fisiche, e dopo le poco incoraggianti incursioni nel synth-pop di "No No No", non è stato facile per Zach Condon risalire la china. La buona notizia è che i Beirut sembrano aver ritrovato l'ispirazione e la voglia di continuare a esplorare nuovi linguaggi sonori. Ed è proprio dalla ritrovata vena armonica e dalla più spaziosa struttura strumentale dell'album del 2023, "Hadsel", che prende spunto "A Study Of Losses", un progetto che conferma l'indole nomade della band americana.
Dopo l'infatuazione per la cultura europea, Italia compresa, e in particolare per quella balcanica e per gli chansonnier francesi, Zach si è spinto prima verso la Norvegia, e ora in Svezia.
"A Study Of Losses" è un'opera che funge da colonna sonora per uno spettacolo circense svedese, incentrato sul romanzo "Verzeichnis einiger Verluste" (o se preferite "An Inventory Of Losses"), scritto dalla tedesca Judith Schalansky, un libro che approfondisce i legami tra la memoria e quelle realtà ormai scomparse: che siano animali, opere architettoniche o luoghi naturali, quel che conta per l'autrice è quel comune senso di smarrimento e di perdita che scuote l'animo umano. È comprensibile che Condon abbia preso a cuore l'intero progetto, avendo vissuto il trauma della perdita e del recupero della voce in seguito a problemi alla gola, che durano da oltre cinque anni.

"A Study Of Losses" mette insieme undici brani e sette eccellenti strumentali, per ben cinquantasette minuti, dove fanno capolino le varie anime di Condon, tra pagine dove fiati e tempi di valzer rispolverano i fasti di "Gulag Orkestar" ("Villa Sacchetti"), delicati folk-pop che rinnovano il legame tra i Beirut e i Magnetic Fields ("Forest Encyclopedia"), fulgidi synth-pop ben più coesi e ispirati che in passato ("Guericke's Unicorn") e slanci romantici che proseguono il discorso intrapreso con "Hadsel", con l'organo che primeggia nella suggestiva "Sappho's Poems".
In "A Study Of Losses" convivono senza traumi o dissonanze sia le fascinazioni dei synth che quelle sonorità folk antropologiche da sempre fondamentali per il marchio Beirut. La potente natura descrittiva di "Disappearances And Losses" e il coinvolgente minimal-pop di "Ghost Train" vanno dunque a braccetto con una malinconica "Moon Voyager", che si snoda in un tripudio di voci, ukulele, tromba e fisarmonica, e un'idilliaca "Tuanaki Atoll", che racconta la storia di un atollo scomparso insieme ai suoi abitanti, la cui indole pacifica era così elevata da non concepire nel loro vocabolario termini come guerra e omicidio.
Nell'affascinante viaggio tra le bellezze dimenticate e perdute, i Beirut citano non solo delizie architettoniche - la già citata "Villa Sacchetti" - ma anche icone del mondo cinematografico ("Garbo's Face") e animali estinti ("Caspian Tiger").
Arie barocche, organi da chiesa, ottoni, ukulele e una strumentazione che mette insieme antico e moderno sono gli elementi primari di un'opera altamente suggestiva, in alcuni momenti perfino giocosa e bizzarra (il ritmo esotico di "Mani's 7 Books"), un disco dal forte spirito narrativo.

Nonostante le non allettanti premesse (la succitata colonna sonora per uno spettacolo teatrale-circense), "A Study Of Losses" è una conferma delle peculiarità dei Beirut, una di quelle band che restano identificabili al primo ascolto senza mai suonare prevedibili. Zach Condon non ha smarrito né curiosità né quel senso d'avventura e rischio che ha dispensato in vent'anni di carriera. Il futuro della band americana è ancora ricco e luminoso.

11/05/2025

Tracklist

  1. Disappearances And Losses
  2. Forest Encyclopedia
  3. Oceanus Procellarum
  4. Villa Sacchetti
  5. Mare Crisium
  6. Garbo's Face
  7. Mare Imbrium
  8. Tuanaki Atoll
  9. Mare Serenitatis
  10. Guericke's Unicorn
  11. Mare Humorum
  12. Sappho's Poems
  13. Ghost Train
  14. Caspian Tiger
  15. Mani's 7 Books
  16. The Moonwalker
  17. Mare Nectaris
  18. Mare Tranquillitatis




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