Viagra Boys - Viagr Aboys

I soliti Viagra Boys, strafottenti, irridenti, sarcastici, dissacranti quelli di questo quarto "Viagr Aboys". Ma un po' più soft.
La prima cosa che viene in mente, ad ascoltare la quarta fatica della formazione post-post-punk svedese è che questa volta le canzoni della band possano ammaliare e divertire anche orecchie più pulite, meno abituate a deliqui dance punk sorti e stridenti. La notizia nella notizia è che a quest'ammorbidimento del suono non corrisponde una mitigazione del messaggio.
Tra stoccate all'ossessione per l'aspetto esteriore (una "The Bog Body" accompagnata da un videoclip divertentissimo) e attacchi alla società moderna a qualsiasi livello ("Medicine For Horses", "Store Policy"), la critica sociale dinamitarda dei Viagra Boys è infatti la stessa di "Cave World" del 2022 - insuperata vetta della band svedese.

I sassofoni no wave che agitano le varie "The Bog Body" e "Best In Show Pt. IV" non sono una novità, ma forse, in un contesto canzone più definito in quanto tale, graffiano più che in un passato più caotico. È invece una sorpresa bella e buona che dopo una strofa tagliente, innervata di stop and go chitarristici sincopati, "Man Made Of Meat" imbocchi un ritornello arioso e facile da mandare a memoria. Spiazza per la dolcezza anche il tappeto di tastiere sul quale sfila la filastrocca "Uno II". 
"E se abbiamo aperto un disco così, perché non chiuderlo con una piano ballad al chiar di luna", deve aver pensato lo scatenato frontman Sebastian Murphy iniziando a scrivere il pezzo di commiato del disco "River King".

Novità a parte, che possono piacere o meno agli aficionados dei Viagra Boys, "Viagr Aboys", grazie a un nuovo nugolo di grandi canzoni, conferma gli svedesi tra gli interpreti più validi ed esilaranti della (non) scena post-punk odierna. Alla quale si approcciano senza alcun movente modaiolo e con un'ironia affilata e fantasiosa che non teme alcun rivale. 

04/05/2025