Avengers

Avengers

I vent'anni di Penelope

"We are not Jesus Christ/ We are not fascist pigs/ We are not capitalist industrialists/ We are not communists/ We are the one". In questi versi è racchiusa tutta la filosofia ribelle degli Avengers, "vendicatori" proto-hardcore capitanati dalla "punkette" Penelope Houston

di Tommaso Franci

Gli Avengers furono un gruppo proto-hardcore: ripresero il rock n' roll più affilato e potente degli anni 50 e ne convertirono la ribellione intesa come edonismo in una intesa come sovvertimento dell'ordine sociale ed esistenziale - è questa ribellione il significato della new-wave e in essa del punk. La mente del complesso era il chitarrista Greg Ingraham, che si riallacciava a Chuck Berry tramite Lennie Kaye del Patti Smith Group. Il volto era invece quello della punkette Penelope Houston. Non ancora ventenne possedeva tutta la malia propria delle maledette dell'epoca (come Siouxsie Sioux, Exene Cervenka, Kat Arthur), precisando che il suo look prettamente punk, la sua estroversione, la sua voglia e forza di vivere (cose alle quali la voce è specchio) avevano poco a che vedere con le fissazioni e genuflessioni dark.

I "Vendicatori" esordirono, come gruppo spalla dei Nuns, sabato 11 giugno 1977 nel locale underground che diventerà il più importante di San Francisco, il "Mabuhay Gardens" (dove furono l'attrazione fissa suonandovi anche due volte la settimana); e dopo oltre cento concerti in due anni dettero l'addio alle scene venerdì 22 giugno 1979 al "Geary St. Temple" suonando con Tuxedomoon e Mutants - tanto per confermare quanto distorta fosse all'epoca la concezione di punk che di fatto coincideva con il calderone new wave.
I concerti - destinati al sabato sera - avevano un palinsesto con tre gruppi che si alternavano sul palco: Crime, Screamers, Nuns, Devo, Blondie, Weirdos, Richard Hell, Dils, Zeros, Talking Heads, Negative Trend, X si sono succeduti a fianco degli Avengers.

Gli Avengers suonarono anche nei due locali più importanti di Los Angeles, al "Masque" e soprattutto al "Whiskey a Go-Go". Sabato 14 gennaio 1978 al "Winterland" di San Francisco aprirono lo storico ultimo concerto del tour americano dei Sex Pistols.
Le influenze dei primi Siouxsie And The Banshees e della Patti Smith più rock n' roll da una parte e l'ignoranza dei Ramones dall'altra impediscono agli Avangers di compiere il salto che separa il punk classico dal nuovo hardcore. Non a caso il gruppo nacque con le cover di "C' Mon Everybody" (Eddie Cochran), "Paint It Black" (Rolling Stones), "Piss Factory" (Patti Smith), "Substitute" (The Who).
I programmatici testi dei brani sono la dichiarazione d'intenti dell'hardcore, che nelle sue manifestazioni meno aberranti fu tutt'altro che nichilismo e pessimismo, bensì incentivo alla vita e all'essere uomini come il valore più alto. "White nigger" recita: "We are the leaders of tomorrow/ We are the ones to have the fun/ We want control. We want the power/ Not gonna stop until it comes/ We are not Jesus Christ/ We are not fascist pigs/ We are not capitalist industrialists/ We are not communists. We are the one/ We will build a better tomorrow". E "Desperation" ("Nothing to do, nowhere to go/ No words to say, no thoughts to think"), si immedesima nella depravazione di un teppista punk per redimerla nel rifiuto della disperazione.

L'io prende il posto di Dio (religione, stato, famiglia); l'io deve avere tutte le forze per reggere la vita e anzi fondarla, alimentarla, darle senso: l'universo è il vuoto, ma l'io può - se vuole, se reagisce, se si ribella - colmarlo con se stesso, con i propri valori, al contempo assoluti perché bastevoli per vivere, e relativi perché concepiti nel rispetto dell'altro secondo la più classica e non rispettata norma della propria libertà che finisce quando inizia quella altrui. Non resta quindi che dire provocatoriamente: "I believe in me".
Con "Fuck you" gli Avengers furono i primi nel rock a dare un titolo che poi sarà di un centinaio di canzoni. "Car Crash" è invece il loro brano più violento (già presente nel primo singolo del '77) e uno dei più degni di nota.
Il capolavoro degli Avangers tuttavia è un pezzo per loro sui generis e non a caso poco eseguito dal vivo: "The Good The Bad And The Kowalskis"; cinque minuti molto tirati come i New York Dolls più hard-rock e canto fatalistico nenioso e dark come si conviene alla new wave inglese più depressa; la versione maschile di questo brano potrebbe essere il capolavoro dei New York Dolls di cinque anni prima: "Frankenstein".

In pieno spirito punk, senza pubblicare nessun album, ma solo singoli, gli Avengers divennero il gruppo underground più autorevole di San Francisco (anche se non necessariamente il migliore: i Crime ne sanno qualcosa). Avengers (CdPresents, 1983) e Died For Your Sins (Lookout, 1999) sono le raccolte dov'è reperibile il loro materiale. Nella seconda spicca la nuova registrazione di un vecchio brano, "The End Of The World". L'accoramento e lo smarrimento di ultraquarantenni superano in profondità quelli di non ancora ventenni, perché alimentati non da ribellione ma, ormai, da fallimento (su tutti i fronti: commerciale, artistico, sociale, personale). Dal fatto che il mondo non è ancora finito.

Avengers

Discografia

Avengers (anthology, CD Presents, 1983)
Died For Your Sins (antology, Lookout, 1999)

7

Pietra miliare
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