Libri

Eugene S. Robinson

Paternostra

di Ossydiana Speri
Autore: Eugene S. Robinson
Titolo: Paternostra
Editore: Double Nickels
Pagine: 261
Prezzo: Euro 18,00

Nei più profondi recessi del suo cuore, Jake se lo sarebbe poi chiesto: non perché avesse ucciso quegli ebrei, ma come mai non gli importasse nulla di averli uccisi […] Non aveva mai capito quelli che al telegiornale piangevano quando a morire ammazzato era qualcun altro. A lui sembrava piuttosto un motivo per festeggiare. Non hanno sparato a te, dovresti essere felice.

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"A Long Slow Screw": intraducibile quanto eloquente il gioco di parole che titola il primo romanzo (2009) della testosteronica leggenda noise, cruda e convulsa heist novel ambientata in una New York non ancora carezzata dalle purghe della premiata ditta Koch-Giuliani. Dimenticatevi tuttavia i singulti inconsulti di casa Oxbow: Robinson scivola liscio sul filo di una scrittura piana ma non sciatta, da romanzaccio di genere, più pulp a puntate che hard boiled d'autore.
Affresco di finestre in legno mal verniciate, intonaci scrostati, sostanze grasse che paiono ungere qualsiasi superficie, repellenti al pari degli uomini sudici e sovrappeso che le abitano. Proprio la morbosa accuratezza profusa nelle descrizioni è l'inchiostro più riconoscibile della sua penna, con particolare accanimento sulla stazza di ciascun personaggio, tradendo un occhio da sportivo ossessionato dalla fisicità.
Come detto, non si lesina in dettagli raccapriccianti, ma senza esagerare, confermando una predilezione per il calcato realismo sul barocco grottesco. Stile e ritmo sono altamente cinematografici, vuoi nelle sequenze d'azione che ammiccano all'immaginario della New Hollywood (ma la rapina alla gioielleria ebrea salta direttamente ai Safdie di "Uncut Gems"), vuoi nei dialoghi serrati e scurrili, pur nobilitati da surreali impennate filosofiche.

Quella messa in scena da Robinson è un'economia malavitosa a forte trazione etnica, con ogni minoranza a reclamare la sua fetta di una torta già andata a male. Tutti fottono tutti, animali inclusi, in questo "Cane Mangia Cane" di ingordi che hanno troppo e disperati che hanno troppo poco, anche i piccoli burocrati alla fine della catena (gli impiegati della motorizzazione), ma qualcuno all'occorrenza sa riscoprirsi eroe (il tassista-martire).
Al protagonista ci si affeziona presto ma, come sempre in questi casi, sono i due memorabili villain a impadronirsi della ribalta: il laido Joe Sacco, sultano italoamericano curiosamente svincolato dalle cosche, e l'inquietante Bloom D'Blue, superuomo steroideo ed effemminato, che però non scade nel cliché del sadico psicopatico. La vera star, in ogni caso, è una giungla d'asfalto in cui i più si voltano dall'altra parte ma tutti tengono gli occhi spalancati, che l'autore sembra conoscere fin troppo bene.

Qualche opacità nella traduzione non pregiudica la qualità di un'edizione che, tra le altre cose, si segnala per l'accattivante veste grafica. Quarto dispaccio per la meritoria e indipendentissima Double Nickels (un nome un programma), collettivo bolognese dedito a una ricercata editoria para-musicale, con all'attivo altre tre opere precedentemente inedite in Italia (David Keenan, Michael Gira, Ian Svenonius).