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Double Nickels

Se chiami la tua casa editrice Double Nickels, ti accaparri la mia attenzione a mani basse - a maggior ragione se in catalogo intravedo nomi che hanno segnato la mia formazione. La sfida dell'ultra-indipendente collettivo bolognese ha il sapore dell'ambizione intelligente: dare alle stampe testi di culto inediti nella nostra lingua, da penne legate in vario modo all'ambiente musicale, ma con contenuti che non ricadano nell'asfittica memorialistica. Incontro Chiara Antonozzi (una delle menti dell'operazione, oltre che bassista dei noiser locali Lleroy) al bar La Linea, nel bel mezzo di Piazza Maggiore, per una chiacchierata piacevolmente stonata con quel contesto rileccato.

 

Inizierei proprio dal vostro fantastico nome: condividete anche l'ethos dei Minutemen? Do you print econo?
Assolutamente sì, nel senso che tutto il progetto Double Nickels ruota attorno a un'idea di sostenibilità. Questo significa sia fare i conti con le nostre risorse, per forza di cose limitate, sia muoverci con i nostri tempi e secondo le nostre modalità, senza badare a quelle che sono le richieste della distribuzione: non a caso, proprio l'anello della distribuzione abbiamo deciso di saltarlo a pie' pari, avendo contatti diretti solo con rivenditori indipendenti.

 

Alla Troisi: chi siete? Quanti siete?
Al momento del lancio eravamo in due, io e Matteo Cortesi, che ha scritto a lungo per Bastonate, di cui tra l'altro era co-fondatore insieme a Francesco Farabegoli. Dal canto mio, ci ho messo un po' di esperienza "pragmatica" in ambito editoriale. Ci sono poi due "membri fantasma", i traduttori Matteo Camporesi e Lorenzo Mari, ma il nucleo di base rimaniamo tuttora noi due.

Quando vi siete formati? Oddio, parlo di voi come di una band...
Ma in qualche modo lo siamo! Ne abbiamo iniziato a parlare nel 2015, al mio ritorno a Bologna dopo un periodo a Roma. Per la nascita dell'associazione culturale dobbiamo aspettare il 2018, mentre la prima uscita arriverà solo a fine 2020, tra traduzione, cura maniacale di ogni dettaglio e una pandemia di mezzo.

D'altronde c’è chi fa le pizze in casa e chi preferisce aprire case editrici. Avete anche una sede fisica?
Per il momento no, un domani speriamo di sì.

Ti va di farci una panoramica delle quattro uscite licenziate finora?
Abbiamo iniziato con "Memorial Device" di David Keenan (ottobre 2020), uno scrittore scozzese che ci hanno fatto scoprire Matteo e Lorenzo, che l'hanno anche tradotto. Ci sono sembrati un autore e un titoli validi per inaugurare Double Nickels, rispecchiando perfettamente la nostra idea editoriale: pubblicare libri di persone che a vario titolo hanno a che fare con la musica, che però non rientrassero nel memoir. Keenan ricade in pieno nella categoria, avendo preso parte in passato a diversi progetti impro-jazz-noise, pur essendo principalmente uno scrittore e un critico musicale, collaboratore storico di The Wire.

Famigerato per essere uno con l'aggettivo facile, coniatore di definizioni fortunatissime come "New Weird America" e "hypnagogic pop"...
Esatto. È un autore che nel Regno Unito sta esplodendo e questo ci fa molto piacere. Abbiamo visto che recentemente c'è stato un adattamento teatrale proprio di "Memorial Device", di cui tra l’altro sta per arrivare il seguito. La nostra seconda uscita è stata invece "Il Consumatore" di Michael Gira (giugno 2021), una raccolta di racconti scritti tra la fine degli 80 e i primi 90, in un periodo abbastanza "impegnativo" della sua vita...

Non credo ci siano mai stati periodi "leggeri" nella sua vita...
Va detto però che i primi racconti, raccolti nella seconda parte del volume, sono davvero di una crudezza impressionante. A seguire, "Il Soviet Psichico" di Ian Svenonius (ottobre 2021), un'antologia di saggi brevi su vari argomenti di cultura pop, tutti reinterpretati in chiave marxista ma con grande umorismo, cosa che lo rende molto divertente da leggere. Arriviamo infine a "Paternostra" di Eugene S. Robinson (settembre 2022), un noir ambientato nella Brooklyn degli anni 70.

Leggermente diversa dalla Brooklyn di adesso...
Molto diversa, di cui Eugene ha fatto esperienza diretta essendoci nato. Si tratta di quattro uscite piuttosto differenti tra loro: un romanzo dal taglio classico, una raccolta di racconti, una di saggi e un noir. Come detto, l'unico criterio è quello di evitare la forma memoir, che è la più frequente quando il mondo musicale e quello editoriale s'incontrano.

Tiratura media?
700 copie, da etichetta discografica...

Riscontri?
Nel complesso buoni, soprattutto per "Il Soviet Psichico": complice la presenza di Ian in Italia nel periodo in cui è uscito, è stato quello che ha girato e che continua a girare di più.

I personaggi che hai citato, ognuno a modo suo, sono autentiche icone. È stato facile entrare in contatto con loro e ottenere tutte le autorizzazioni del caso? E com'è stato conoscerli e interagirci?
Nel caso di Keenan è avvenuto tutto a distanza: "Memorial Device" era uscito nel Regno Unito per Faber And Faber e quando Matteo e Lorenzo ce l'hanno proposto, abbiamo seguito i canali istituzionali, mettendoci in contatto con l'editore. Con Keenan ci siamo sentiti solo via mail, ma sembra una persona molto disponibile e non vediamo l'ora di attirarlo con qualche pretesto in Italia, magari adesso che uscirà il secondo libro. Per quanto riguarda Gira, l'abbiamo avvicinato al Tpo nel 2017, in occasione dell'ultimo concerto degli Swans a Bologna: di persona è stato anche lui abbastanza disponibile, ma da lì in avanti ci siamo sempre interfacciati con il suo agente, quindi il rapporto è stato più professionale e distaccato. Ian invece è rimasto punk anche nella maturità...

Confermo.
Lui siamo riusciti a contattarlo di persona e si è sempre dimostrato molto tranquillo, l'ho anche ospitato a casa mia quando è venuto in Italia. Stessa cosa per Eugene, che abbiamo avvicinato a un concerto degli Oxbow al Bronson e che rimane una persona assolutamente alla mano, pur avendo appena compiuto sessant'anni.

Anche se a guardarlo non ha età...
...e il suo aspetto difatti potrebbe mettere in soggezione, ma di persona è stato davvero carino, anzi, è l'unico che ci ha dato pieno appoggio…

...nel caso doveste picchiare qualcuno.
Anche, ma soprattutto nella promozione dell'uscita! È bello constatare che queste figure siano degne della stima che ci abbiamo investito sopra.

Uno degli aspetti che saltano all'occhio nelle vostre edizioni è la cura per il comparto grafico, tanto nelle copertine quanto nell'impaginazione insolita, con i numeri a lato anziché a fondo pagina. Chi se ne occupa?
Per il layout grafico ci dà una mano il nostro amico Christian Biscaro, bassista nei Marnero; quanto alle copertine, vedi quella de "Il Soviet Psichico" che credo rimanga la più riuscita di tutte, Gigi Fagni, anche lui musicista. È tutta una specie di...

...di Factory?
Sì, persone che collaborano e mettono idee dentro un progetto in cui credono.

Esistono realtà simili, a Bologna e in Italia?
A Bologna c'era Bébert, chiusa da poco, che tra le altre cose pubblicò il libro di Nico Ambrosino, il cantante dei Marnero. Ci sono altri editori con un taglio simile al nostro, mi viene in mente Tsunami, ma lì siamo già in territori memoir. Forse di realtà che hanno esattamente la nostra stessa visione non ce ne sono, non che io sappia almeno. Se c'è una cosa che ho imparato dalla frequentazione dell'ambiente editoriale è che più ci si dà un'identità specifica, più si hanno possibilità di riuscita, o quantomeno di indirizzarsi a un pubblico già fidelizzato.

Una santa regola in generale, questa. Pensate di mantenervi sempre su questo tipo di target, quindi libri scritti da persone legate all'ambiente musicale ma che non parlano delle loro esperienze musicali?
L'idea è di continuare su questa linea finché troveremo materiale interessante da pubblicare. Da qualche annetto è emersa la volontà di sperimentare anche con libri illustrati, magari a cui dedicare un'apposita collana: con calma ci penseremo, per adesso è già abbastanza impegnativo gestire quello che abbiamo. Un ibrido tra testo e illustrazioni comunque uscirà, ma non spoilero nulla.

Prossime mosse?
Innanzitutto un secondo libro di Keenan, in originale intitolato "For The Good Times", attualmente in fase di revisione e in uscita per la fine dell'anno. Non è il seguito di "Memorial Device", bensì un romanzo che parla di vicende legate ai "Troubles" irlandesi. Poi abbiamo un pamphlet di Billy Bragg, "Le tre dimensioni della libertà", e un testo a firma Daniel Higgs (ex-Lungfish), quello con le illustrazioni a cui alludevo prima...

E lo spoiler si auto-esaudì.
D'altronde, è un'uscita assicurata, il contratto è già stato firmato...

Ok, quindi non siete una casa editrice anarchica che va avanti a strette di mano. Che delusione…
Non potremmo fare diversamente, d'altronde. Una cosa che abbiamo capito dei musicisti americani è che sono… americani: se hanno investito in quello che fanno, vogliono qualcosa in cambio. E su questo non ho nulla da ridire, lo trovo onesto.

Ci mancherebbe, anzi denota una serietà che non guasterebbe dalle nostre parti. Per chiudere, ricolleghiamoci alla prima domanda con una frase a effetto: te la sentiresti di dire che your publishing house could be our life?
(Ride) Speriamo di sì! Se avessimo decine di migliaia di euro li investiremmo tutti volentieri...

...e invece avete solo "due nichelini"...
...e quindi dobbiamo centellinare tutto al pelo, ma lo spirito è quello: ogni volta che esce un libro è una gioia, e ci auguriamo che possa essere anche la vita di altre persone.

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