Tutta dedicata ai Supertramp, la nuova puntata di Rock in Onda, il programma condotto da Claudio Fabretti tutti i mercoledì, dalle 12 alle 14, sulle web-frequenze di Radio Città Aperta (www.radiocittaperta.it).
Dagli esordi sotto l'egida del munifico olandese Sam Miesegaes al "Breakfast in America" che li avrebbe sfamati per sempre (e che ha appena compiuto 40 anni), dall'epico "Crime Of The Century" al trionfo live di "Paris", dall'epilogo di "...Famous Last Words" e alla coda "snaturata": storia di quello strano caso di nome Supertramp.
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Supertramp
I Supertramp sono uno dei "casi" più strani della storia del rock. Nati in Inghilterra grazie ai fondi di un benefattore olandese, hanno vissuto per dieci anni nel semi-anonimato fino a quella "colazione in America" che li avrebbe sfamati per sempre, proiettandoli nelle classifiche dei dischi più venduti di tutti i tempi. Anche la loro identità nell'immaginario collettivo resta ad oggi piuttosto indefinita: un gruppo para-progressive per i più vecchi, un nostalgico souvenir delle feste delle medie per la generazione di mezzo, una reliquia muffosa per i più giovani. Per tutti, un enigma: una band che quasi per caso è entrata nel museo delle glorie del rock e ne è uscita in punta di piedi. La carriera dei Supertramp potrebbe essere presa e rimossa dalla storia del rock e non cambierebbe alcunché: pochissimi gli anelli di congiunzione con i gruppi che l'hanno preceduta, praticamente nessuno con i successori. Gli appassionati di musica e non di statistica, però, si perderebbero un vagone di melodie e di ritornelli immortali, di quelli che semplicemente fanno bene al cuore, punto e basta.
Sarebbe comunque fuorviante relegare i Supertramp al rango di band easy listening: i loro dischi più ispirati, infatti, hanno svelato la fantasia e la versatilità di un ensemble di musicisti coi fiocchi, in grado di passare con disinvoltura da refrain spensierati a complesse suite strumentali, quasi opere rock in miniatura, degne di band ben più celebrate di loro. Con l'umiltà dei clown di strada, di quei vagabondi cui si ispiravano fin nel nome, questi artigiani inglesi hanno aperto nuove porte al pop-rock degli anni 70, partorendo uno stile inconfondibile e inimitabile. Tanto che nessuno, infatti, ha mai cercato di riprodurlo, contribuendo, forse, a renderlo oggi retrò e indissolubilmente legato a un'epoca. Curiosamente, quindi, la loro "originalità" ha finito con l'avere un effetto-boomerang, venendo spesso (fra)intesa come un difetto.
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12/03/2025
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