Camorra Sound

'O Sistema nella canzone popolare napoletana, tra giustificazioni, esaltazione e condanna

Autore: Daniele Sanzone
Titolo: Camorra Sound
Editore: Magenes
Pagine: 192
Prezzo: Euro 12,00

indexQuesto libro nasce da una domanda: “Perché i cantautori napoletani non hanno esplicitamente preso posizione contro la camorra?" Una domanda che Daniele Sanzone – leader e voce degli ‘A67 – continua a porsi e a porci lungo le quasi duecento pagine di questo libro intrigante e a suo modo appassionato. Arricchito dalle interviste a personaggi di spicco della scena partenopea – scena che Sanzone, napoletano doc, conosce benissimo - il libro, prendendo le mosse dall'esperienza della sceneggiata e dalle sue figure "esemplari (Mario Merola e Pino Mauro), risale, attraverso il Neapolitan Power (Roberto De Simone, Nuova Compagnia di Canto Popolare, E Zézi, Pino Daniele, Edoardo Bennato etc.) e la Vesuwave di Biska, Avion Travel, Panoramics, Little Italy e altri, fino all’esperienza più recente della canzone neomelodica, analizzata sempre con “rispetto” critico, perché Sanzone non ama mantenersi in superficie (errore in cui sono caduti e continuano a cadere anche addetti ai lavori piuttosto smaliziati), ma preferisce scendere nelle viscere di una città e di una cultura che lascia intravedere sullo sfondo, come ricorda Marcello Ravveduto nella prefazione, “uno scenario frammentato e rissoso che ha le sue radici nelle lotte sociali degli anni Settanta”.

Scorrere le pagine di “Camorra Sound”, quindi, non aiuta soltanto a leggere in controluce la realtà musicale napoletana degli ultimi trent’anni, ma serve anche a dare a questa realtà uno spessore culturale e sociologico, mai appiattendo, quindi, le possibili risposte a quella domanda che non ha mancato di infastidire più di un musicista, come avrete modo di leggere... Ci si renderà conto, allora, che spesso il limite tra legalità e illegalità è alquanto labile, che troppo spesso, laddove si agita un mosaico di fatti, vite e racconti, si tende a generalizzare per offrire in pasto all’opinione pubblica uno spaccato sociale artefatto, in cui da una parte ci sono i buoni e dall'altra i cattivi. Operazione che Sanzone rigetta con vigore, incamminandosi lungo i vicoli e le strade più nascoste di una città che, come scrive proprio in apertura, “vive del proprio racconto”. Dunque, cosa c’è di meglio che lasciarla parlare attraverso le voci di quanti, giorno dopo giorno, vivono la sua ambiguità, il suo dissidio senza fine?