Saverio Simonelli

Le canzoni di Angelo Branduardi

Autore: Saverio Simonelli
Titolo: La musica è altrove. Cielo e terra nelle canzoni di Angelo Branduardi
Editore: Ancora
Pagine: 176
Prezzo: 16 euro

"Da sempre considero la musica un qualcosa che non si trova qui e ora, ma accade in qualche modo da un'altra parte, accade altrove". Non poteva esserci incipit più appropriato per la prefazione scritta personalmente da Angelo Branduardi per il saggio che Saverio Simonelli ha dedicato al musicista di Cuggiono.

Saverio Simonelli -  La musica è altrove - Cielo e terra nelle canzoni di Angelo Branduardi"La musica è altrove" è anche il titolo del libro, che intende analizzare la simbolica poetica del cantautore.
La prima parte del volume è dedicata a rivivere il percorso personale e artistico di Branduardi, una sorta di scorrevole biografia, quasi un libro nel libro che, accanto ad episodi noti ai più, cita momenti meno conosciuti, come quando appena diciottenne venne arrestato a Praga durante i disordini del '68. Il nostro è già lettore attento, con un gusto ben delineato per la poesia. Si parla degli studi musicali, dei primissimi anni 70, quando Angelo faceva il turnista, partecipando anche alle registrazioni de "La buona novella" di Fabrizio De André.
Nel 1974 arriva l'esordio in proprio, in cui il futuro menestrello della canzone italiana si mostra però ancora acerbo, perso in improvvisazioni prog e con la critica musicale che tende a snobbarlo. Sono momenti difficili per i cantautori di casa nostra, gli spazi per suonare non sono molti, per di più la contestazione incombe: Branduardi viene scelto per aprire un concerto di Lou Reed al Palasport di Roma, ma di fatto si esibisce sotto una pioggia di biglie d'acciaio e boati sugli spalti.

Inizia poi la collaborazione in fase di scrittura con la moglie Luisa Zappa, e dal 1976 arrivano i lavori che lo imporranno all'attenzione generale: "Alla fiera dell'est", (1976), "La pulce d'acqua" (1977) e il meno impegnato "Cogli la prima mela" (1979) diventeranno dei bestseller, non soltanto in Italia. Un successo imponente ottenuto con mezzi ricercati (riferimenti colti, utilizzo di strumenti etnici); le riviste popolari gli tributano ogni onore, i programmi televisivi di maggiore ascolto lo ospitano spesso, i tour in Italia e all'estero si susseguono senza sosta, il triplo (!) album dal vivo "Concerto" ne sarà degno ritratto.

Da "Branduardi '81" inizia un percorso di ricerca più minimalista, che raggiungerà il proprio apice nel 1986 con il meraviglioso omaggio a Yeats, un album in cui l'immaginazione lussureggiante, coltissima e contadina del grande poeta irlandese si sposa con una musicalità limpida e pudica, estremamente discreta nel dare il braccio alla poesia, nella certezza che quest'ultima potrebbe camminare benissimo da sola, ma col sostegno di due chitarre e ponderati interventi di percussioni e fiati può raggiungere spazi e persone cui difficilmente sarebbe arrivata per conto proprio. "Branduardi canta Yeats" sarà accolto in maniera entusiasta dalla critica, e otterrà anche un buonissimo riscontro commerciale.
Seguiranno progetti che non avranno più i fari delle prime pagine puntati, ma si manterranno costantemente su livelli qualitativi eccelsi. L'analisi testuale non può prescindere dalla considerazione di alcune fra le composizioni più famose, come "Alla fiera dell'est", filastrocca che non insegna né spiega qualcosa direttamente, ma racchiude un mondo infinito che qualsiasi ascoltatore può abitare e cominciare a percorrere nel verso che più gli aggrada.

Nella seconda parte del volume l'autore ci scrive di poeti romantici, di animali simbolici, di territori del sogno, di santi e sciamani, di mari, luoghi lontani, aironi e isole che scompaiono, per entrare nel mondo e nel tempo che Branduardi intende rappresentare. Un universo culturalmente ricco e variegato, caratterizzato da ampiezza dello sguardo, pluralità dei riferimenti, costruzione di un mondo di simboli ricchi di sfumature, nel quale personaggi e storie rimandano a significati più profondi anche quando apparentemente lievi e giocosi. Un universo ospitale e coinvolgente, nel quale chi ascolta ha sempre l'impressione che sotto la traccia di musica e testi ci sia altro da scoprire e molto da condividere. Un mondo dove non si insegna né si spiega, ma che si offre all'ascolto come un'esperienza.

Grazie al lavoro di Simonelli finiamo per perderci piacevolmente fra topolini, nuvole, foreste, mari sconosciuti, incontriamo bambini che costruiscono castelli di sabbia, maghi e farfalle, circensi e poeti nottambuli, cacciatori e avventori di bar, ciliegi che piegano i rami, mele ancora da cogliere e lepri che finiscono sulla luna: una galleria di figure simboliche e personaggi universali, che interpretano se stessi destando in noi associazioni profonde, richiamando sentimenti che almeno una volta nella vita tutti abbiamo provato.
Chiudono il volume una sintetica biografia e la discografia essenziale del musicista lombardo.