Valerio Mattioli

Superonda – Storia segreta della musica italiana

Autore: Valerio Mattioli
Titolo: Superonda – Storia segreta della musica italiana
Editore: Baldini & Castoldi
Pagine: 656
Prezzo: Euro 16

Valerio Mattioli - Superonda"Superonda" si propone di narrare una storia “altra” della musica italiana per ciò che riguarda il periodo che va dal 1964 al 1976. Un periodo che la saggistica mainstream ci ha raccontato essere dominato, fondamentalmente, dalla canzone melodica, dalla canzone d'autore e dal progressive tricolore. Una visione, quella, certamente condizionata dal successo di critica e di vendite che suddetti generi riscossero verso il grande pubblico, ma che come tutte le visioni “ortodosse” soffriva e (soffre) di un'eccessiva miopia.

Mattioli rimette le cose a posto e ci mostra che la faccenda andò in modo diverso. Vale a dire, quel periodo fu anche altro, molto altro. Fu l'elettronica del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, fu il mai troppo lodato minimalismo italiano, fu il peculiare free-jazz nostrano (Melis, Gaslini, Schiano, Gruppo Romano Free Jazz, ecc) e fu la library music. Musica, quest'ultima, che è stata oggetto di una vera e propria dimenticanza critica, in quel periodo come negli anni successivi. Sia perché la natura strumentale (nel senso di finalizzata) di quei suoni li rendeva poco funzionali a un discorso estetico/politico, sia a causa delle tirature ridicole e spesso inesistenti di quei dischi.

Punto di forza del libro è quello di osservare con uno sguardo diverso anche quelle musiche che underground non lo furono per nulla o che lo furono solo in parte. E qui mi riferisco soprattutto al Battiato sperimentale e al Morricone delle colonne sonore western. Mattioli ci mostra come questi due compositori, in particolare, abbiano avuto un'influenza fondamentale nel determinare il gusto e i trend di certo rock sotterraneo, soprattutto statunitense.

Altro punto di forza del libro è quello di inserire le varie storie in un percorso diacronico coerente, evidenziando collegamenti, influenze, filiazioni, trasformazioni e slittamenti di senso. Ma se credete che questo sia un libro revisionista o provocatorio, siete fuori strada. La fusione d'orizzonte attuata da Mattioli non mira tanto a valutare le varie musiche di quel tempo con la logica del bilancino. Evidenzia, invece, come certe intuizioni che allora non vennero comprese (o che vennero sottovalutate) si siano mostrate, a distanza di anni, foriere di sviluppi inaspettati. Ne viene fuori un ritratto della musica italiana di quel periodo (che lui chiama Spaghetti-sound) sfaccettato ed esaustivo.

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